Il potere dell'esercizio fisico

 Chi mi conosce lo sa, l'esercizio fisico non è mai stato proprio il mio chiodo fisso.

Sì, ho fatto tanto nuoto, ho giocato tanti anni a softball, ma non sono mai stata particolarmente brava e la pigrizia mi seguiva ovunque andavo. Senza contare l'amore per il buon cibo che mi impediva di ottenere buone performance in ambito sportivo.

Questo fino a qualche anno fa, il 2019 per l'esattezza, dopo l'intervento di isterectomia. 

Ero arrivata ad un punto in cui non riuscivo nemmeno più a guardarmi allo specchio per quanto stavo ingrassando. Allora ho deciso che era ora di fare qualcosa e ho cominciato a sfruttare la palestra andandoci in principio tre volte a settimana, per poi arrivare ad andarci tutti i giorni. 

Non stavo diventando un'acciughina, sia chiaro, ma almeno stavo trasformando un po' di quella ciccia in muscoli e mi faceva sentire meglio.

Quando, dopo la pandemia, hanno riaperto la piscina, ho pensato di riprendere la mia vecchia passione per il nuoto e l'ho trovato di enorme aiuto. Muovevo molti più muscoli in meno tempo, e avevo l'acqua ad attutire lo sforzo sulle articolazioni. E così ho cominciato ad andare in piscina tutti i giorni, ottenendo gradevoli risultati.

Anche quando è arrivato il mostro, non ho smesso di nuotare. Mai smesso. Non faccio più due ore, non riesco a fare un miglio intero, ma non importa. IO NON MOLLO.

Da Luglio sto alternando il nuoto con il programma di LiveStrong® di cui vi ho già parlato. Purtroppo siamo agli sgoccioli e il 30 Settembre avremo la cerimonia di chiusura del programma.

Durante la sessione di oggi, parlavamo proprio del potere dell'esercizio fisico soprattutto quando il nostro corpo, e la nostra mente, vengono stravolti da una diagnosi come quella del cancro.

Non sono solo le terapie a metterci KO, ma anche il pensiero di avere un male che sta cercando di ucciderci. E la mente in questo caso fa gran parte del lavoro, in un senso o nell'altro. C'è chi si siede, si deprime e molla i remi in barca, aspettando. E chi invece si rimbocca le maniche e combatte finché ha fiato.

Quando ci viene comunicata la diagnosi di cancro, come qualsiasi malattia terminale o degenerativa, ci sentiamo improvvisamente fragili, sopraffatti. Il nostro corpo è debole e non è più in grado di fare il proprio mestiere. 

L'attività fisica, lo sforzo fisico, ridà al nostro corpo, e alla nostra mente, il controllo, il potere, il comando. Se una settimana fa sollevavo 12lbs e oggi ne ho sollevati 25, sento di potercela fare, sento di avere nuovamente il controllo sul mio corpo. 

Non può vincere il cancro, non posso permetterglielo. Io combatto. Io ci provo finché ho fiato e muscoli per farlo. 

Vorrei davvero tanto che queste mie parole arrivassero a tutte quelle persone che invece di combattere, hanno tirato i remi in barca e si lasciano trasportare dalla corrente. 

E' bello ogni tanto. Lo faccio: dopo una bella nuotata mi metto a morto in acqua e mi lascio andare. A volte scappa un pianto. Ma non è un'arresa, è solo un momento di riposo che mi serve dopo aver faticato. Allora sì, sediamoci pure comodi in poltrona, ma dopo la faticata.

Comments

  1. La corsa mi ha salvato la vita, lo dico sempre, grazie a lei ho tenuto la depressione a debita distanza, quindi mi trovi pienamente d'accordo

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  2. Credo che soprattutto sia salvifico avere degli obiettivi, anche minimi e senza pretendere troppo. E' per questo che, per esempio, prima di andare in pensione vorrei trovare dei motivi forti per impegnarmi, mi spaventa l'idea di non misurarmi con ciò che so fare o che posso imparare. Perciò, Renata, anche quando non sarà il cancro a spingerti, anche dopo sarà bello continuare a farsi del bene guardando un palmo più in là.
    Ti voglio bene, stringi i denti!

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    1. Ora che ne ho scoperto le potenzialità, non credo mollerò. Tranquilla.
      Ti voglio bene anche io.

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