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Showing posts from November, 2022

Arrediamola questa pancia

Sessione faticosa quella di oggi di  Expressive Writing  . Sono incontri via zoom in cui Tom, il moderatore, ci presenta delle parole, delle poesie, delle immagini, e noi cerchiamo di esprimere le emozioni che ci scaturiscono. Le partecipanti sono tutte donne con cancro al seno. Siamo partiti con  I want , Voglio. Notare: non VORREI, ma VOGLIO.  La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: Voglio  abbracciare le mie sorelle .  A seguire c'erano: Voglio vivere più a lungo possibile e nel migliore dei modi; aiutare; Voglio piangere; Voglio smettere di avere dolori; Voglio avere tante lune piene, tanti tramonti, tante stelle ancora da contare. Poi ci ha presentato una poesia: Things to Do in the Belly of the Whale by Dan Albergotti Measure the walls. Count the ribs. Notch the long days. Look up for blue sky through the spout. Make small fires with the broken hulls of fishing boats. Practice smoke signals. Call old friends, and listen for echoes of distant voices. Organize your cale

Col senno di poi...

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 Gli spunti di riflessione che mi da Fabrizia sono sempre tanto interessanti. C'è un detto: Se il vecchio potesse e il giovane sapesse  Da quando è mancata mia mamma, mi sono ritrovata spesso a fare riflessioni sui miei errori di gioventù e sugli errori che posso aver commesso come madre... pochi a dire il vero... 😅 Ma la perfezione non esiste. Nemmeno Dio è perfetto, altrimenti il mondo non sarebbe così devastato. Anche Dio si è distratto e ha permesso al diavolo di insinuarsi lungo i nostri cammini. Ho rivisto i miei errori, e gli errori di mia mamma. Ma ho smesso di fargliene una colpa. Ho capito quale era il suo scopo. Forse. Non possiamo riavvolgere il nastro. Anche perché chi ci dice che correggendo i nostri errori del passato, non ne faremmo altri? E magari anche più gravi e definitivi. Quello che possiamo fare è usare il nostro passato per migliorarci e per essere felici, perché vivendo nel rimpianto non si può essere felici. Abbiamo questa vita, dobbiamo trarne il massimo

Sono roccia o sono sabbia?

 Non mi sono mai sentita bella, né tantomeno forte. Ma non si può mai sapere nella vita, un giorno tutto cambia. Un giorno tutto quello in cui hai creduto, tutto il bagaglio che hai portato sulle spalle per cinquantaquattro anni, non ha più alcun senso. Mi sono alzata una mattina, sono andata in piscina come al solito, poi sono andata al lavoro, senza sapere che da quel giorno tutto sarebbe cambiato. "Sei una roccia" mi ha detto qualcuno, in molti, "Ce la farai e vincerai". Quel giorno tutto è cambiato. Da quel giorno tantissime cose sono cambiate e, incredibile a dirsi, ma molte cose sono cambiate in meglio.  Da quel giorno ho scoperto che è vero, sono una roccia. Non che io sia speciale, no. Ho conosciuto molte donne con situazioni simili alla mia, che hanno saputo lottare. Io non sono da meno. Ma ogni tanto mi concedo di diventare sabbia.  Ogni tanto questa roccia si affatica, e si affloscia, lasciandosi trasportare dalla marea. Poi basta un pensiero bello, una p

La mia caramellina colorata.

Venerdì scorso ho fatto la TAC dei tre mesi per controllare la situazione. Ero agitatissima. Diversamente dalla volta scorsa, questa volta non ho saputo aspettare e ho letto l'esito subito senza aspettare che fosse l'oncologo a dirmelo. Ci siamo messi io e mio marito insieme a leggerlo. Nessun cambiamento, dice. Tutto come tre mesi fa. E io sono scoppiata a piangere. Mentre mio marito, e poi tutto il resto del mondo, interpretava questo "no change" come una cosa positiva, per me non lo era affatto. Io volevo leggere che il mostro si stava ritirando, impaurito dalla mia forza.  Con tutto quello che sto facendo, volevo una piccola vittoria, una spinta a continuare così, una caramellina colorata tutta per me. E così ho passato la giornata a piangere, parte per la mancata vittoria, parte per lo stress dei giorni precedenti. Oggi avevo l'incontro con l'oncologo che è entrato in studio tutto contento, "The CT Scan was great!" "Well, not exactly...&quo