Ieri, oggi, domani

Nel corso della sessione di scrittura creativa di settimana scorsa, ci è stato chiesto di descrivere chi eravamo, chi siamo, e chi saremo.

CHI ERO

Ero una madre molto attiva e presente nella vita dei miei figli. Non opprimente, ma presente. Partecipavo nelle loro scuole, sia in Italia che qui, non negavo loro quasi mai un play-date, come lo chiamano qui, mi portavo quasi sempre qualche loro amichetto a casa per farli giocare insieme. Per quel motivo ho sempre voluto case con un ampio spazio. 

Ero terrorizzata dalla perdita di tempo. Il tempo andava vissuto appieno, mai sprecato e dormire era uno spreco, una dimostrazione di pigrizia. 

Avevo sempre il terrore del giudizio altrui, in particolare di quello di mia madre. Sentivo di dover sempre dimostrare qualcosa. E non mi sono mai sentita "abbastanza".


CHI SONO

Sinceramente non lo so bene chi sono. Sono una madre che adora i propri figli, una moglie che adora il proprio marito. Sono una donna con una malattia fetente che non mi dà tregua, che non mi lascia la possibilità di dimenticarmene. Mi dicono di vivere la mia vita senza lasciarmi governare dalla malattia. Già, fosse facile.

Sono una persona con una voglia di vivere che va oltre ogni misura. A volte ne sento così tanta da sentirmi quasi soffocare. Mi immagino come una mongolfiera gigante che copre il cielo, tanta è la voglia di vivere. Vorrei quasi contagiare chi mi sta intorno.

Sono una persona con tanta voglia di fare un sacco di cose, ma non ho l'energia per farle e vorrei che qualcuno mi aiutasse a mettere in opera i progetti che ho in testa. Ma devo farli da sola.

E, in tutto questo, devo metterci tante ore di riposo che mi servono per dar modo al mio corpo di recuperare le tante energie utilizzate per combattere la malattia fetente.

Sto imparando a dare importanza alle cose che mi fanno star bene e a farmi scivolare via le cose che non mi danno benessere.

E ogni volta che mi guardo nello specchio, sono fiera di ciò che vedo. Non ho paura delle mie rughe, della testa quasi pelata, dei pochi capelli bianchi o delle sopracciglia rade, perché sono i segni di una guerriera. 


CHI SARO'

Eh... 

Non lo so. Proprio non riesco a vedere il mio futuro. Mi pare che il mio presente, ora, sarà anche il mio futuro. Di certo so che continuerò a combattere. Sarò sempre una guerriera. Sarò sempre orgogliosa della mia forza. Sarò sempre una madre orgogliosa dei propri figli. E mi circonderò sempre di cose belle.

Che altro? Fin dove mi è permesso immaginare il mio futuro?

Imparerò a chiedere aiuto?

Permetterò a me stessa di tornare a sognare?

Vedremo. 

Comments

  1. tornerai a sognare, è un tuo diritto. Ma non sarà a breve. Stai combattendo tanto, ma non ti stancare troppo. Hai una forza che non conoscevo, una vitalità che ti invidio. Ti vogliamo davvero bene, tutti noi che ti vediamo combattere, i tuoi figli e tuo marito in primis. Un giorno riprenderai questo blog e lo aggiornerai, non vedo l'ora

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  2. P.S. Anche per chiedere aiuto serve molta forza. Se ci riesci spiegami come fare. Ti voglio bene

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