Semplici domande

 Ogni volta che incontriamo una persona, la domanda che facciamo è sempre la stessa:

Come stai?

 A volte lo chiediamo così, tanto per dire, per fare conversazione, ma non sempre siamo realmente interessati alla risposta.

Allo stesso modo, la persona a cui viene posta la domanda, potrebbe non essere interessata a dare la risposta, o a dare una risposta esaustiva.

Sono sempre combattuta se dare una risposta onesta, una risposta completa, o se chiudere in fretta la faccenda. Dipende dalle persone, ma non dò mai la risposta completa. Ad alcuni rispondo un semplice "Tutto bene, dai", ad altri rispondo "Si tira avanti". Se dovessi dire veramente come sto, nessuno me lo chiederebbe più.

Quale sarebbe la risposta completa?

  • Le unghie che mi si sfaldano e si spezzano anche solo a grattarmi;
  • La pelle è irritata e piena di brufoletti, è screpolata e si creano dei tagli in alcuni punti che si infettano;
  • La schiena mi fa così male che a volte non riesco a respirare né a camminare;
  • Ci sono momenti in cui ho dei dolori all'alto ventre che non riesco a star seduta, ma a stare in piedi mi fa male la schiena, quindi posso solo sdraiarmi;
  • Non posso andare da nessuna parte senza avere un fazzoletto perché mi cola continuamente il naso e spesso sanguina;
  • Le gengive fanno talmente male che lavarmi i denti è una tortura;
  • Ho delle fitte al seno che mi sembra di avere dei coltelli dentro;
  • Sono sempre tanto stanca, ma proprio tanto.

E poi ci sono gli effetti collaterali psicologici ma qui la storia si complica.


Comments

  1. Io sono sempre interessata alla risposta. E ne ho sempre paura, perché non ho possibilità di far nulla per farti stare meglio. Sentiamoci, quando te la senti.
    Ti lovvo, amica mia, to the moon and back, come dicono qui!

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  2. Non credo di aver mai dato una risposta sincera (a meno che la domanda non arrivi da una sorella, ovvio). Non ho mai creduto che alle persone interessi realmente. Se poi ci si ferma a parlare, allora si capisce se la persona di fronte è davvero interessata e posso dire la verità, ma devo esserne sicura. E poi per te è semplice: se la persona è davvero interessata lo legge sul blog, come stai. Se non lo legge vuol dire che non lo è, allora è perfetto un "bene grazie, e tu?". Baci sister, credo di sapere come stai. Credo, perché quello che realmente hai dentro credo non possa saperlo nessuno

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  3. P.S. Anche nei messaggi whatsapp alla domanda rispondo una bugia, a volte ci metto anche il punto esclamativo per accentuarlo, così ci credono e non mi fanno altre domande, soprattutto se penso che sia una persona che un pochino gode nel sapere che gli altri stanno peggio. Hai presente? Ahahah

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    1. Non ho mai capito il tipo di persone che godono nel sapere che qualcuno sta (più o meno) peggio di noi, proprio non ci arrivo.
      Un abbraccio anche a voi :)

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    2. Si, ho presente. Un po' come quelle persone che spariscono per anni e si fanno vive quando stai male...

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  4. Comunque Renata, peggio sono quelle persone che ti guardano e ti chiedono "come stai" con tono un po' lacrimevole, poi magari ti prendono la mano e frignano che "quando vuoi io sono qui". Non so se lì esistono, qui in Piemonte (magari non te ne ricordi) è pieno, e io non le sopporto, anche perché quelle si beano nel raccontare urbi et orbi quanto ti stanno aiutando e poi non le vedi mai.
    Quando avevamo il Covid (niente di che, ma allora era la prima ondata e davvero tutti ci consideravano appestati) prova a dire quante volte Simonetta - per dirne una - ha miagolato al telefono "povera piccola come staaaai?". E basta. Invece le amiche vere nemmeno avvertivano: venivano - mascherinate ovvio - con una busta di verdure fresche o carciofini in scatola e non dilungavano in frasi compassionevoli.
    Quindi siamo sempre lì: meglio i fatti - magari conditi con un po' di autentica allegria - che la pacca sulla spalla.
    Un abbraccio (mannaggia alla porca chemio)

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    1. Quelle persone mi fanno schifo. Quando mi dicono "se hai bisogno dimmelo". No. Io non te lo dico. Mi pare abbastanza ovvio che ho bisogno. Se vuoi aiutarmi, lo fai e basta. Anni fa la moglie del coach di Francy era in chemio per cancro al seno, una sua amica ha organizzato quello che qui si chiama "meal train" e a turno le portavamo da mangiare. A me nessuno ha organizzato niente del genere. Vabbe'. Ce la caviamo anche da soli! Ho appena finito di passare il battitappeto in tutta casa e di lavare quei pochi -purtroppo- pavimenti che abbiamo e sono distrutta!

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