Cosa Come Perché

Su Instagram seguo una Life Coach specializzata per pazienti oncologici. L'altro giorno ha dato un esercizio che mi è piaciuto molto perché c'era da scrivere!

Immagina di aver realizzato il tuo obiettivo da sei mesi. Ecco qual'è il mio obiettivo e come immagino di averlo realizzato.

Sensibilizzare la comunità su cosa significa cancro metastatico perché pochi lo sanno, e molti non lo vogliono sapere. Voglio sensibilizzare la ricerca specifica sul cancro metastatico perché questo è un cancro che non ha cura, da cui non si guarisce. La chiamano malattia terminale, un termine orribile. Voglio cambiare il titolo di questa storia.

COSA

Cosa è cambiato quando l'hai realizzato? Che sensazioni provi? Cosa vedi? Chi c'è intorno a te?

Ho raccontato la mia storia durante una cerimonia e ho raccontato come vive una persona che ha un cancro metastatico. Ora i notiziari locali ne parlano e io sono riuscita a puntare i riflettori sulla ricerca specifica per il cancro metastatico. METAVIVOR spende il 100% dei fondi sulla ricerca per la cura del cancro metastatico.

Ora anche la gente che frequenta la palestra mi riconosce e sa cosa significa. E' una soddisfazione. Le persone che mi conoscono sono ora consapevoli.  

COME

Guarda da dove sei partita e dove sei arrivata - Come hai superato le difficoltà? Come sei arrivata fin qui? Che strumenti hai usato? Dove hai trovato maggiori difficoltà? Quali cambiamenti hai affrontato?

Sono partita dall'Italia 12 anni fa. Ignorante e spaesata, inconsapevole di quello che veramente significava trasferirsi in un paese che ha una lingua e una cultura diversa dalla mia. Ho affrontato il cambiamento di vita, di lingua, di mentalità accompagnata da mio marito e accompagnando i nostri figli. Anche loro hanno affrontato gli stessi disagi con in più la mancanza dell'esperienza di un adulto. Insieme abbiamo ri-imparato a camminare in un mondo non nostro, senza l'aiuto di mia mamma o di un'amica che mi incoraggiasse. Ma ce l'ho fatta con una forza ed una grinta che non pensavo di possedere.

E quando ho scoperto di avere un cancro metastatico, quella forza e quella grinta sono state le mie armi. Ho imparato tante nuove parole (sinceramente stavo bene anche nell'ignoranza). Ho pianto tanto, e a volte ancora lo faccio. La parte più difficile è stata rendermi conto quanto le mie sorelle mi vogliono bene, e quanto mi manchi il loro abbraccio. Ora però sono una donna nuova, molto diversa da quella di 12 anni fa, e con la forza di una leonessa. 

PERCHE'

Cosa ti ha spinto a migliorare? Cosa ti ha spinto a non arrenderti? Cosa hai sacrificato per arrivarci? Quali valori hai mantenuto?

Non mi sono mai arresa, non ho mollato anche se tante volte le terapie mi hanno messa KO. Ma non posso mollare, per mio marito, per i miei figli, per i miei famigliari e amici in Italia. Voglio che un giorno i miei figli, pensando a me, parlando di me, possano descrivermi come una guerriera che non si è mai arresa, che non ha mai mollato, che ha combattuto fino all'ultimo respiro. Voglio che i miei figli e mio marito siano orgogliosi di me. Voglio essere un esempio per i miei figli e per le persone che mi amano. Se un giorno dovranno affrontare delle difficoltà, voglio che pensino a me e usino la mia forza e la mia tenacia. Voglio che non si arrendano mai, nemmeno davanti alla montagna più ardua ed ingrata.

Non ho sacrificato nulla perché tutto è stato parte del mio percorso di vita. La malattia è una brutta bestia, ma combatto. L'unico dispiacere è far soffrire le persone che più amo e che più mi amano. Non ho mai dimenticato da dove sono arrivata, le mie origini, gli insegnamenti dei miei genitori: la famiglia prima di tutto.

Non bisogna essere malati per fare questo esercizio. Irene, può essere un tema per i tuoi studenti! 

Comments

  1. Tu hai scritto "L'unico dispiacere è far soffrire le persone che più amo e che più mi amano." Tu non FAI soffrire nessuno: detta così sembra che tu abbia fatto qualcosa che ha causato la sofferenza di amici e parenti. Noi soffriamo con te perché vorremmo poter far qualcosa e non possiamo, ma non soffriamo PER COLPA TUA. Però questo è davvero un gran bell'esercizio che in tanti dovremmo fare.
    Ti lovvo, amica mia!

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  2. Sono assolutamente d'accordo con il commento qui sopra

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  3. ...Naturalmente anch'io.
    Sì, Renata, prima ancora che lo scrivessi ci stavo pensando: questo sarebbe un bel tema per i miei allievi, anche se non lo farebbero bene come te.
    Certo che malattia terminale fa schifo come nome, anche se alla fine è la vita ad essere terminale.
    Un bacio grosso

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