Cose che pochi, per fortuna, sanno

L'ignoranza generale dilaga. Si legge sempre meno, peccato, ci si informa meno, o meglio, ci si informa dalle fonti sbagliate. Qualcuno crede che i social siano una fonte attendibile. Ho sentito gente (anche persone di un'età in cui si potrebbe sperare in un briciolo di maturità in più) dire, "Ho letto su feisbuk che c'è una nuova cura". Pazzesco.

Ci sono due errori gravi in una frase tanto semplice: uno - se lo dice faccialibro non è detto che sia vero; due - non esiste un solo tipo di cancro al seno quindi la cura che funziona per un tipo, non è detto che funzioni per un altro. E c'è un terzo elemento che tutti ignoriamo: ogni individuo è diverso. Ho conosciuto donne col mio stesso tipo di cancro che hanno riscontrato una forma di allergia ad uno dei farmaci che assumo io. 

Alla visita di settembre la dottoressa mi aveva consigliato di prendere l'Imodium tutti i giorni per una settimana, per vedere se la situazione si sarebbe risolta. Eccome se si è risolta. Gliel'ho detto l'altro ieri e mi sono lasciata scappare un "l'avessi saputo prima". Lei mi ha spiegato che, appunto, ogni paziente è diverso e non per tutti i farmaci funzionano allo stesso modo. Anche loro navigano a vista con ogni singolo paziente. 

Chiacchierando con la fisioterapista oggi, abbiamo parlato della chemio, o meglio, della distruzione della chemio. Vi chiedo un favore grandissimo: se avete amici, conoscenti, o parenti che hanno finito la chemio, non fate l'errore di dire, "Bene! Ora è tutto finito!"

Voi non avete un'idea di quello che è successo, e che ancora succede, al nostro corpo durante la chemio. E la chemio non sparisce dal nostro corpo in un giorno, ma ci vanno mesi e mesi. E mentre è lì, nel nostro corpo, continua il suo processo di distruzione, non solo delle cellule cancerogene


Non potete capire cosa vuol dire alzarsi nel cuore della notte per fare pipì e avere male OVUNQUE, e rischiare di non arrivare in bagno. E' solo un esempio.

Le ossa, i muscoli, le articolazioni. E' tutto da ricostruire. Se non si procede per tempo con le terapie di riabilitazione, i danni diventano permanenti. Lo sforzo, fisico e mentale, necessario per riprendere il controllo del corpo è enorme. Io ne esco davvero provata. 

Ci sono, purtroppo, medici che sottovalutano l'importanza della fisioterapia riabilitativa e non la fanno fare ai loro pazienti. Se il vostro medico è fra quelli, richiedetela voi stessi. 



Comments

  1. Ho sempre sostenuto che, a meno che non si sappia DAVVERO cosa si passa in determinate situazioni (cosa che avviene solo essendoci passati/e, per l'appunto), non si deve mai dire "ti capisco"... ma che possiamo mai capire, non essendoci passati/e? Non credo di averlo mai detto a nessuno, o almeno lo spero.
    Tu sei una donna, una mamma, una persona, un'amica MERAVIGLIOSA con una tenacia pazzesca e io sono onorata di conscerti (e di volerti un bene folle!)
    Ti lovvo, amica mia!

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    1. Non mi sento un'amica meravigliosa. Credo di essere troppo presa da altre cose e di trascurare questo aspetto della mia vita. Sbaglio, lo so. Ma devo ancora imparare a gestire la mia nuova vita! Ma ti voglio bene e so che lo sai.

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    2. Non ti ci sentirai, ma non sta a te decidere ;-) e di sicuro non trascuri nessuno (o almeno io non mi considero trascurata).
      Ti lovvo, amica mia!

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  2. La verità è che noi non sappiamo proprio niente. Ci incute terrore la parola "cancro", ma poi nulla sappiamo sulle cure, sulla chemio, sugli interventi chirurgici (che nella nostra testa risolvono perché "eliminano" l'intruso). Siamo ignoranti perché preferiamo ignorare e al massimo compatire (anche nel senso buono di patire con) ma senza approfondire.
    Anche io sogno di alzarmi un mattino e scoprire che sei guarita, che tutto è passato, l'altra sera immaginavo persino che i medici si fossero sbagliati tipo quegli errori che leggiamo ogni tanto sui giornali.
    Così succede che arriviamo a 60 anni e scopriamo di essere all'oscuro di tutto, perfino di che cosa sia la chemio. Quella fotografia di guerra e distruzione è un'ottima metafora, ho capito che soffri. D'altronde se non soffrissi come faresti a essere una tosta?!
    Un bacio su quei meravigliosi capelli che ti stanno crescendo.

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    1. Non immagini quante volte l'ho pensato anche io che fosse tutto un grande errore... Sei meravigliosa!

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  3. Eh, infatti stiamo imparando da te e dalle persone che come te ci stanno passando o ci sono passate. Ci serve sapere cosa e' bene non dire, cosa dovremmo pensare, e anche cosa significa potersi mettere nei vostri panni. Grazie Renata. Mi dispiace per i dolori pero' :(

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    1. Grazie a te, a voi, perché mi siete accanto!

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  4. Noi non possiamo capire. Possiamo immaginare. Io nel mio piccolo, affetta da un male incurabile ma non "terminale" (ma che brutto!) mi arrabbio molto con chi mi racconta che se hanno riattaccato un braccio, se possono mettere degli arti artificiali allora possono guarire anche me. Perché lo dice feisbuc o hanno visto alla tv. Anche il mio dolore è nascosto a tutti e so che la gente non capisce, non può capire. E sentire che, nonostante tutti i dolori, nonostante quel crollo totale, tu al mattino riesci ad alzarti (primo muro abbattuto) andare in piscina e nuotare (secondo scoglio) e poi tornare a casa e raccontarcelo (un muro che sai abbattere solo tu e che ti invidio, in fondo), Mi fa essere ottimista sull'abbattimento anche del termine "terminale". Sei forte, coraggiosa, determinata.

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    1. E' un processo. Non ho sorelle vicine con cui parlare, quindi parlo allo schermo!

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