La treccia

 Oggi mia sorella mi ha mandato un messaggio per consigliarmi una lettura: La Treccia, di Laetitia Colombani. 

Tre storie di tre donne che si intrecciano per un miracolo, il miracolo della vita. Perché diciamolo, la vita è un miracolo. Pensate a tutte le persone che sono passate per la vostra vita lasciando un segno, o pensate al segno che voi avete lasciato nella vita degli altri.

Poi ognuno va per la propria strada, alcuni vanno a vivere lontano, altri rimangono dov'erano ma non ci si incontra mai. Ed accade un miracolo, internet ad esempio, che riunisce quei puntini. Chi di voi faceva quel gioco sulla Settimana Enigmistica di riunire i puntini? Io lo adoravo. Ecco, ci sono miracoli della vita che uniscono quei puntini.

Oggi, ad esempio, sono rientrata in contatto con un'amica d'infanzia. Paola mi ha detto che non dimenticherà mai di quando le insegnavo a ballare il rock 'n roll. Io? Ma davvero? Lei lo ricorda benissimo, io proprio no. 

A volte, quel miracolo della vita è proprio un cancro. Il cancro che è sinonimo di morte, invece è un miracolo della vita. Basta saperlo prendere.

Ed è stato proprio leggendo quel libro che ho capito che io non smetterò mai di lottare, che questa battaglia, che durerà per il resto della mia vita, sarà il miracolo che unirà quei puntini. 

Come ha detto l'altro giorno una donna del gruppo di supporto, "My cancer is my empowerment", il mio cancro è la mia forza.


Grazie Irene, per un sacco di motivi, ma oggi in particolare, per avermi consigliato questa lettura.

Comments

  1. (Ecco, sono riuscita a leggere il tuo blog anche dal cellulare)!
    L'altra notte prima di addormentarmi pensavo al libro che sto finendo, sempre di L.C. e di come sarebbe importante che i miei alunni leggessero quello ma soprattutto La treccia... già, Renata deve assolutamente leggerlo!, ho pensato. Avevo ragione, forse nessuno prima di te l'aveva capito così a fondo.
    Un immenso abbraccio
    Irene

    ReplyDelete
    Replies
    1. Purtroppo, sorellona mia, solo chi come me, come Sarah, e molte altre donne, stanno attraversando una situazione così, può davvero capire cosa significa guardarsi allo specchio e vedere un viso che non ci appartiene. Passare la mano sulla testa e sentirla liscia (io non sono stata pelata nemmeno quando sono nata!). Avere a che fare con un corpo che ci condanna ad una vita di farmaci (per non dire che ci condanna a morte). Avere a che fare con gente che ci guarda con compassione. Dobbiamo raddrizzare la schiena e andare avanti a testa alta. Io sono fortunata perché posso anche dire "a petto in fuori" ma molte non possono. E ora ho solo voglia di vedervi e di passare un po' di tempo con voi.
      Baci.

      Delete
    2. E' proprio questo che dobbiamo combattere: lo sguardo verso la persona malata come se fosse LA malattia, come se non fosse più una persona complicata, come se non potesse più commettere errori e quindi non meritasse di essere mandata affanculo quando fa la stronza. Dobbiamo combattere contro quella pietà dolciastra che spesso sta anche dentro di noi e che ci spinge a comportarci falsamente perché così ci hanno insegnato.
      Credo che avere il cancro sia in questo senso disperante: essere compatiti anche da orrende persone con le quali non scambieresti MAI la tua vita.
      Ribelliamoci!

      Delete
  2. "Pensate a tutte le persone che sono passate per la vostra vita lasciando un segno"
    "Ed accade un miracolo, internet ad esempio, che riunisce quei puntini"
    Queste 2 frasi raccontano noi, tu e io per l'esattezza!! Tu hai lasciato non un segno: hai lasciato un marchio! E non fosse stato per internet, non ci saremmo conosciute e incontrate mai!!
    Ti lovvo, amica mia!

    ReplyDelete

Post a Comment

I post più letti

E se...

INSERIMENTO DELLA PORTA PER L'IV

IL MOSTRO