tag:blogger.com,1999:blog-5089256307169998002024-03-17T16:40:19.859-05:00RESILIENZAResilienza = la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.comBlogger130125tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-90009240311639358112024-03-17T16:37:00.002-05:002024-03-17T16:39:47.236-05:00Un nuovo progetto<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuYtFRiZ8n1vHAG-xmtSphMuFQzjkTWOK4MjwlV7B54Ch9N5rLHTU5Q7I70bu9IGRlwYJ0jRxDKt33bTTa0FRI2AXZkH646gJKb1hFKDKBjfvPzG1ab9pfWGAlF2OQ-bfB8GCn2Gu5QWnyebY0kuC_wWNPEIbHNLjtU0hC_bPXeV7jCKj3XQfaC3f3LRda/s710/HOWTHORN.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="530" data-original-width="710" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuYtFRiZ8n1vHAG-xmtSphMuFQzjkTWOK4MjwlV7B54Ch9N5rLHTU5Q7I70bu9IGRlwYJ0jRxDKt33bTTa0FRI2AXZkH646gJKb1hFKDKBjfvPzG1ab9pfWGAlF2OQ-bfB8GCn2Gu5QWnyebY0kuC_wWNPEIbHNLjtU0hC_bPXeV7jCKj3XQfaC3f3LRda/s320/HOWTHORN.jpg" width="320" /></a></div><br /> Era da un po' che ci pensavo. Da tanto tempo pensavo che volevo fare qualcosa, volevo parlare di quello che mi è successo e che ancora mi sta accadendo. <p></p><p>Non potevo pensare di non trarne qualcosa di utile e questo blog non sta facendo molta strada. </p><p>E così, qualche settimana fa, mentre ascoltavo un podcast, mi è venuta un'idea: potrei fare un podcast!</p><p>Allora mi sono messa a studiare tutto il possibile sulla materia. Ok, avevo tutto pronto, mancava solo un nome. Ed è arrivato in mio soccorso mio marito che ha trovato il nome giusto: </p><p style="text-align: center;"><b><span style="color: #38761d;">THE COZY HAWTHORN</span></b></p><p style="text-align: left;">E' in inglese perché... perché amo le sfide e perché voglio incrementare la mia audience.</p><p style="text-align: left;">Perché il nome Cozy Hawthorn? </p><p style="text-align: left;">Hawthorn è il biancospino, una pianta con un fiore bellissimo e profumato, ma attorniato da spine, come protezione, difesa. Un simbolo particolare. Un percorso spinoso prima di raggiungere il fiore. Ma anche Cozy, accogliente, intimo, perché questo podcast sarà come un salotto, voi seduti comodi, e io vi racconto tutto. </p><p style="text-align: left;">Lo so, direte che sapete già tutto perché avete letto il mio blog. Vero, ma con il podcast potrete anche ascoltare la mia voce, le mie emozioni. E credetemi, ce ne sono tante. L'aggiunta della voce è quel valore aggiunto che manca al blog. </p><p style="text-align: left;">Lo trovate su Spotify: <a href="https://open.spotify.com/show/0k8UNOUrsvNIppyLOCkVFG?si=b747b6da5ee34d7d" target="_blank">The Cozy Hawthorn</a> oppure potete usare il QR code che ho messo qui sotto. </p><p style="text-align: left;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgif6H6I1PilPEPCLcW3xAgnAQa4L9l-gWQ8oFFPwebBI7f5l0Z6KlajXnIpnHMcq2IbXpPH3EwtS1ExwJ1qB2xoJacIVVyb8t9cDD8Le8s5zEQ2tJcLm6W3_8Ok7RCkPAekwAO2cuev_PZAvPtzkx1wxr7Nr3NJamdMp43s5LHrI20dPrLlfn_Ae9g_l37/s5078/TCH%20QR%202%20.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5078" data-original-width="3000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgif6H6I1PilPEPCLcW3xAgnAQa4L9l-gWQ8oFFPwebBI7f5l0Z6KlajXnIpnHMcq2IbXpPH3EwtS1ExwJ1qB2xoJacIVVyb8t9cDD8Le8s5zEQ2tJcLm6W3_8Ok7RCkPAekwAO2cuev_PZAvPtzkx1wxr7Nr3NJamdMp43s5LHrI20dPrLlfn_Ae9g_l37/s320/TCH%20QR%202%20.jpg" width="189" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ho già pubblicato il terzo episodio e pubblicherò un nuovo episodio ogni venerdì. Spero verrete a trovarmi.</div><br />Spero con questo podcast, di poter aiutare qualcuno, di poter instillare un po' della mia forza, della mia positività, non solo a chi ha il cancro, ma qualunque altra malattia, o a chi vive accanto ad una persona malata.<p></p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-2699180359612417822024-03-11T11:04:00.001-05:002024-03-11T11:04:38.824-05:00Non si può capireDa quando sono stata operata, e ancor più dopo che ho finito anche le radiazioni tante persone mi hanno detto frasi del tipo: "Bene, ora è tutto finito" qualcuno ha anche azzardato aggiungere "puoi dimenticare questa brutta storia".<div><br></div><div>NO!</div><div><br></div><div>Di sicuro MAI dimenticherò questa "storia". È impossibile perché il cancro cambia radicalmente la nostra esistenza. E nel mio caso ha cambiato anche il mio corpo, cosa di cui non mi vergogno, sia chiaro.</div><div><br></div><div>E ancora NO!</div><div><br></div><div>Non è tutto finito.</div><div>Ho due medicine da prendere ogni giorno per due anni, ed entrambe hanno effetti collaterali. Avrò la TAC da fare inizialmente ogni 3 mesi, poi si vedrà e l'attesa dell'esito è angosciante.</div><div><br></div><div>Ma non è solo questo. Purtroppo per chi ha già avuto un cancro, la probabilità di una recidiva sono maggiori. E proprio oggi ho saputo di un' amica che deve ricominciare e la notizia mi ha lasciata col magone.</div><div><br></div><div>Quindi, niente è finito.</div><div><br></div><div>Come si dice qui, CANCER SUCKS!</div><div><br></div><div><br></div>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-23717254257521315122024-02-13T14:27:00.006-06:002024-02-13T14:27:48.998-06:00Buon San Valentino... a me stessa.<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqoSYKhQY0e44flZsU9G3s1Ikx08FckISO6taftBdjDS7KTcJ2TdO5i2ntxylAdv6nOw3BSJsqqLcM13LJg6IImFVXWqQFt1ARDoPg9q-6JDgmmnYauJep7PiqkW6zMOppb4QdWag7m-eDBzC-DlZphG2MZiDTQeXtkQlIA9N-IulHryzEczSo1i4J0jS_/s400/89540777.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="400" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqoSYKhQY0e44flZsU9G3s1Ikx08FckISO6taftBdjDS7KTcJ2TdO5i2ntxylAdv6nOw3BSJsqqLcM13LJg6IImFVXWqQFt1ARDoPg9q-6JDgmmnYauJep7PiqkW6zMOppb4QdWag7m-eDBzC-DlZphG2MZiDTQeXtkQlIA9N-IulHryzEczSo1i4J0jS_/s320/89540777.jpg" width="320" /></a></div>Nella sessione di ieri di Scrittura Espressiva, abbiamo provato a scrivere una lettera d'amore a noi stesse.<p></p><p>Non è una cosa facile da fare, anche perché non so se ho mai scritto una lettera d'amore, tanto meno a me stessa, ma ci ho provato.</p><p><br /></p><p>Carissima Renata,</p><p>non sto qui a ricordarti tutto quello che hai passato, tutto quello che il tuo corpo ha dovuto subire, perché non c'è giorno che non te ne ricordi, giusto? Insomma, basta che ti guardi allo specchio per ricordartelo. </p><p>No. Io sono qui per ricordarti di amarti, di amare il tuo nuovo strano corpo. Sono qui per ricordarti che sei una persona straordinaria, non per quello che hai saputo affrontare, io e te sappiamo che non avevi scelta, ma perché nonostante quello che hai affrontato, nonostante quello che ancora devi affrontare, hai mantenuto integra la tua anima, la tua solarità, la tua voglia di vivere. No, quest'ultima forse è addirittura aumentata. </p><p>Sono qui per ricordarti di concederti sempre del tempo per te stessa, di fermarti ogni tanto per annusare la vita. Fermati e guarda le meraviglie che hai intorno. Fermati e ricordati che ovunque sarai, ovunque ti porterà la vita, le persone che più ami e che più ti amano saranno sempre con te, in primis TE STESSA.</p><p>E ricordati di sorridere sempre. Non per gli altri. Non perché così gli altri pensano che tu stia bene. Sorridi per te stessa, perché comunque vada, ci sarà sempre una valida ragione per sorridere, e se non la trovi, guardati allo specchio. Eccola, quella che vedi riflessa nello specchio è la tua ragione per sorridere.</p><p>Amati come ti amo io.</p><p><i>Per sempre tua,<br />ReNata.</i></p><p> </p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-57175514228157056672024-02-09T18:43:00.001-06:002024-02-09T18:43:27.964-06:00Ancora stento a crederciVenerdì scorso ho visto l'oncologo per fare il piano per la terapia cosidetta di mantenimento. La terapia che si fa una volta fatta la chemio, l'intervento, e la radioterapia.<div><br></div><div>Dopo 18 mesi (DICIOTTO) di chemioterapia, dopo l'intervento di mastectomia bilaterale, dopo 21 sedute di radioterapia, dopo tre mesi di fisioterapia, per i prossimi due anni dovrò solo prendere una pillola di ormoni ogni giorno.</div><div><br></div><div>Ancora non mi par vero che non avrò più infusioni da fare, che l'unica cosa che ho da fare ora, oltre a controlli regolari ogni 6 mesi, è PRENDERE UNA PILLOLA e anche piuttosto piccolina. Per ora, dopo una settimana, abbastanza innocua.</div><div><br></div><div>Che ci sia anche lo zampino di mia mamma che mi protegge da lassù? Mi piace credere che sia così. </div>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-86900066439665771982024-02-01T22:11:00.001-06:002024-02-01T22:11:30.883-06:00Il supporto del gruppo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKwQF_6HIMmYSa_tITu30K3Hhklrzvh_Xv_n1vtUrKIPfj7GJhSWUzhIvyjRgrbN217OcGwF3gtpk_FR_aAAueGwLeAuRacqthyphenhyphenujEHZQqmrOoYnHhhyphenhyphenf5biOurAkZKTm-FKnbobQNNp7C7ZzELvdgWXOn1nnXpLPljFYvzXUE8toJsleKNxrfme0wThSL/s746/SmartSelect_20240130_123747_Instagram.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="746" data-original-width="644" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKwQF_6HIMmYSa_tITu30K3Hhklrzvh_Xv_n1vtUrKIPfj7GJhSWUzhIvyjRgrbN217OcGwF3gtpk_FR_aAAueGwLeAuRacqthyphenhyphenujEHZQqmrOoYnHhhyphenhyphenf5biOurAkZKTm-FKnbobQNNp7C7ZzELvdgWXOn1nnXpLPljFYvzXUE8toJsleKNxrfme0wThSL/s320/SmartSelect_20240130_123747_Instagram.jpg" width="276" /></a></div><p> Oggi sono andata a pranzo con il gruppo del LiveStrong®, ricordate che ve ne avevo parlato la scorsa estate?</p><p>Non è sempre facile vederci, ognuno coi propri acciacchi, le proprie visite, le terapie e qualcuno che magari quel giorno non ha proprio voglia di uscire. Ma quando ci riusciamo è bello stare insieme. </p><p>Siamo un grruppo bizzarro, e forse, non ci fossimo conosciuti durante il programma, mai saremmo usciti insieme a pranzo perché siamo molto differenti e con realtà molto diverse. Ma abbiamo tutti una cosa in comune: abbiamo o abbiamo avuto il cancro e ancora combattiamo con gli effetti collaterali delle terapie.</p><p>Chiunque ascoltasse i nostri discorsi, scapperebbe. Parliamo di morte, di depressione, di paura, di dolori, di diarrea, di flebo... discorsi che uno direbbe "Ma perché non parlate d'altro?". E invece noi ci incontriamo proprio per quello, perché solo fra di noi possiamo parlare di certi argomenti, e solo noi riusciamo davvero a capirci e a rispettarci nonostante tutto. </p><p>Oggi John ci ha confidato che nei momenti più critici ha pensato di farla finita. E chi non l'ha pensato? In fondo è molto più facile farla finita che continuare a combattere questo mostro che ti mangia anima e corpo. </p><p>Io ho raccontato la mia rabbia dopo la telefonata di mio padre che al telefono mi ha detto "Dai che è tutto finito". Glielo lascio credere perché immagino che anche per un padre sia difficile sapere che la figlia soffre. E poi ha 94 anni, che senso ha dirgli che non è così?</p><p>Geneva è andata via dopo aver bevuto un tè freddo. Non ce la faceva a stare con noi e in fondo non ci aspettavamo sarebbe venuta.</p><p>Diane ci ha raccontato della paura che ha avuto un paio di settimane fa che stava per perdere il marito.</p><p>Ognuno di noi soffre, ognuno di noi ha sofferto a tal punto da aver pensato che fosse arrivata la nostra ora. Ognuno di noi porta sulle proprie spalle un fardello pesantissimo e ingombrante. Ma soprattutto, ognuno di noi, a parte Geneva che se n'è andata, ha bisogno di parlare di quel fardello, perché è solo parlandone che si alleggerisce il peso. E' solo parlandone sorridendo che davvero ce la possiamo fare. E' solo avendo un gruppo che ci spinge, che troviamo la forza di liberarci di questo fardello. Perché nessuno ha voglia, seduto intorno ad un tavolo, di parlare di questi argomenti. Non i nostri mariti o mogli, non i nostri figli e ancor meno i nostri amici. E anche parlarne con chi non ci è passato davvero ha poco senso. </p><p>Non è vittimismo il nostro, ma davvero, solo un malato di cancro può capire un altro malato di cancro. E quando ti senti dire "Ti capisco", sembra quasi che quella persona ti alleggerisca del tuo peso, perché lui o lei si carica di metà del tuo peso.</p><p>Sembra assurdo dirlo, ma dopo aver passato due ore a parlare di morte, di dolori, di cancro, di terapie, eravamo tutti sorridenti, di ottimo umore e più leggeri. </p><p>Il dolore non svanisce. La chemio lascia degli strascichi atroci. I dolori che ho ultimamente non mi fanno dormire. Ma non ci lamentiamo. Impariamo col tempo a portare il nostro dolore con eleganza (tranne quando mi devo alzare dalla sedia!) e con destrezza. Impariamo ad avere sempre degli antidolorifici in tasca. Impariamo a stringere i denti. </p><p>Perché?</p><p>Perché non abbiamo alternativa. </p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-52791462112396695122024-01-20T15:55:00.002-06:002024-01-20T15:55:48.541-06:00Prima. Durante. Dopo.<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje-m6cugQY-jJdTwfvVBeHkU7bvwEmH8THHY8oAm6w6LqzqI05wboh2uDVe0eT2dhv4jiRWgwdS93XMFD9pI_8r7Uh7KKn8M6YyyMo1lt8aW0iR8Z76G-ZinnVvqbndG2PsJSR2-nLsp6ZjzYwILaH5mB430ZKhxyMcxKNqnT3ywot1QWd07JMn0_yZ-p3/s6128/compare.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="3712" data-original-width="6128" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje-m6cugQY-jJdTwfvVBeHkU7bvwEmH8THHY8oAm6w6LqzqI05wboh2uDVe0eT2dhv4jiRWgwdS93XMFD9pI_8r7Uh7KKn8M6YyyMo1lt8aW0iR8Z76G-ZinnVvqbndG2PsJSR2-nLsp6ZjzYwILaH5mB430ZKhxyMcxKNqnT3ywot1QWd07JMn0_yZ-p3/s320/compare.jpg" width="320" /></a></div><br /> Oggi, dopo due anni sono andata dalla parrucchiera. Quando sono stata da lei, due anni fa, non pensavo che invece dei soliti due mesi avrei dovuto aspettare due anni. Non immaginavo che sarei andata all'inferno e ritorno prima di tornare dalla parrucchiera. In realtà, per come stavano le cose anche solo sei mesi fa, non pensavo proprio ci sarei più tornata dalla parrucchiera. <p></p><p>Concedermi questa coccola, con tanto di massaggio al cuoio capelluto, è stata la mia mezz'ora di gloria!</p><p>Ah, per chi se lo stesse chiedendo, non tornerò mai più rossa. Adoravo i miei capelli rossi, ma tutto è cambiato, anche io sono cambiata, e amo la nuova me. Amo i miei capelli bianchi e ogni volta che mi guardo allo specchio, vedo lo spirito guerriero che c'è in me. </p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-62506191171009640142024-01-05T08:58:00.005-06:002024-01-05T09:04:01.738-06:00Amor Fati<p> Ieri sera, grazie a mia figlia, abbiamo guardato <i>A Good Person</i>, film che consiglio a tutti, non solo per la storia bellissima e ricca, ma anche per la recitazione sublime di Morgan Freeman e Florence Pugh.</p><p>Ma non sono qui per fare una recensione al film. Il film mi ha portato a conoscenza del concetto di <span style="color: red;"><b>Amor Fati</b></span>, un concetto filosofico che sento "<i>mio</i>". Dal latino, amor fati significa <i>Amore del fato</i>, amore del destino. </p><p>Si parte dal concetto che esiste un disegno superiore per ognuno di noi, e questo già lo sapevo. Un disegno a cui non possiamo sottrarci, nemmeno nascondendoci in una foresta. Il destino esiste e non possiamo cambiarlo, bello o tragico che sia. Siamo padroni di piccoli cambiamenti, ma il macro disegno è prestabilito alla nascita. </p><p>E quindi?<br /></p><p>E quindi non ci resta che accettarlo questo fato, e amarlo. E trarre da esso il meglio che possiamo. </p><p>Avete presente il film <i>Ricomincio da Capo</i> (The Groundhog Day)? Phil non aveva alternative, quel giorno l'avrebbe vissuto all'infinito, allora tanto valeva trarne vantaggio e farne qualcosa di buono. </p><p>Amare il proprio destino quando verrebbe spontaneo odiarlo ci rende superiori e forse immortali.</p><p>Posso essere contenta di avere il cancro? Assolutamente no. Né per me stessa e per i dolori che sto vivendo sulla mia pelle, né per le persone che mi sono accanto e che vedono il mio dolore. Ho scelta? No. I controlli li ho fatti, non posso dire di non averli fatti. Non era prevedibile ma è successo. Odio questo mostro che si è impossessato del mio corpo senza chiedere il permesso. </p><p>Ma amo ciò che da esso ne è venuto fuori.</p><p>Siamo una famiglia ancora più unita di quanto già eravamo. Ci amiamo follemente e abbiamo imparato ad amare ogni giorno, ogni attimo, ogni emozione come un dono esclusivo e per nulla scontato. Oggi ci siamo, domani chissà.</p><p>Ho imparato ad amare la mia vita e me stessa.</p><p>Ho capito quali sono <u style="font-weight: bold;">per me</u> le cose e le persone veramente importanti e quelle di cui posso tranquillamente fare a meno o che comunque posso trascurare, o che non meritano che io sprechi le poche energie che ho.</p><p>Ho scoperto che intorno a me ci sono tante persone che mi vogliono davvero bene, che mi ricoprono di affetto, pur non avendo mai fatto o dato loro nulla di speciale, ma per il semplice fatto di esserci e di donare loro un sorriso, una parola gentile. Non sono i doni materiali quelli che riempiono il cuore e la vita. </p><p>Ho ritrovato persone, soprattutto consanguinei, che pensavo perduti per sempre.</p><p>Ho scoperto che ho una forza d'animo incredibile e che questa forza può portarmi lontano. Devo solo trovare un modo di usarla in modo utile.</p><p>Ho scoperto l'Amore, quello vero.</p><p>Quanti possono dire altrettanto?</p><p style="text-align: center;"><b><i><span style="color: red; font-size: large;">BUON ANNO A TUTTI</span></i></b></p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-15823005057636906512023-12-14T12:27:00.008-06:002023-12-14T12:27:57.227-06:00Aggiornamenti<p> In uno dei primi post di questo blog, ossia in <a href="https://renata-resiliente.blogspot.com/2022/04/31-marzo.html" target="_blank">QUESTO</a>, spiegavo che, a seguito della biopsia, era venuto fuori che avevo un cancro di tipo HER2+.</p><p>HER2+ è un recettore dell'epidermide umana 2, una proteina presente sulla superficie delle cellule del seno. Quando una donna è diagnosticata con un tumore al seno di tipo HER2+, significa che le cellule tumorali hanno un eccesso di questa proteina. E' un tipo di cancro che ha diverse possibili terapie.</p><p>Nel maggio 2023, a seguito di una biopsia della pelle dello stesso seno, si è scoperto che anche lì era presente lo stesso tipo di cancro. E questo è il motivo per cui sto facendo la radio terapia, per essere sicuri che la pelle sia pulita di ogni traccia di cancro.</p><p>Quando ho fatto la mastectomia, l'esame istologico ha rilevato che la massa tumorale era di tipo ER+, ossia positivo ai recettori ormonali. </p><p>Com'è possibile?<br /></p><p>Oggi mi è arrivata la risposta.</p><p>Il mio caso è stato presentato ad un comitato di diversi oncologi e hanno rilevato che io fin dall'inizio avevo due tipologie di cancro, probabilmente quello HER2+ era più grande o più in superficie, mentre l'altro era nascosto.<br />La chemio, l'ultima che ho fatto con ENHERTU, ha annientato il cancro HER2+ lasciando in vita ER+ che richiede un diverso tipo di cura.</p><p>Giovedì prossimo ho l'incontro con l'oncoloco e sentiremo quali saranno i prossimi passi. </p><p>Intanto finisco la radio.</p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-92218326494659094052023-12-02T07:56:00.003-06:002023-12-02T07:56:25.892-06:00Sorellanza<p> Da quando è cominciata questa avventura nel mondo del cancro, tante, tantissime volte ho sentito il forte bisogno di parlare con mia madre, di ricevere i suoi incoraggiamenti, i suoi abbracci. </p><p>Gli abbracci che tanto amo. Ricordo che quando ero ragazzina, ogni tanto le chiedevo un abbraccio. In quell'abbraccio c'erano tante cose, tante parole non dette.</p><p>E mi mancano tremendamente quegli abbracci, ora che ne avrei tanto bisogno.</p><p>Mi rendo conto, ora che è ripartita, che mia sorella è stata proprio quella "madre" che tanto mi manca. Con lei qui ricevevo quelle attenzioni, quelle premure, quelle cure che una madre sa infondere. E ora mi manca tanto. </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjp9diyHzZpV5IZTyW0iRAeoPl6hF_4CTcWg_zls5oR1_S8LOoYrpA4BOnYVX0by8-NE6aIkIIgpvPjtOOQG0FHzOFHvMu7vVeDHfD8sxy7_5M0RMulieh4zpfD-yvn8ioqfHFYRTuW_U2EnhZuFVDO4QnNecS6Hq-SkxzkpEfbE_zPJaJ1MGPkvtvt4Fc5" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="207" data-original-width="313" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjp9diyHzZpV5IZTyW0iRAeoPl6hF_4CTcWg_zls5oR1_S8LOoYrpA4BOnYVX0by8-NE6aIkIIgpvPjtOOQG0FHzOFHvMu7vVeDHfD8sxy7_5M0RMulieh4zpfD-yvn8ioqfHFYRTuW_U2EnhZuFVDO4QnNecS6Hq-SkxzkpEfbE_zPJaJ1MGPkvtvt4Fc5" width="320" /></a></div>Quando ho affrontato la chemio, non sapevo veramente a cosa andavo incontro. Non sapevo nulla di cancro e delle cure. Sono stata catturata nel vortice di parole nuove, di visite, analisi, test... E non capivo davvero cosa stavo affrontando. Non ho volutamente fare alcuna ricerca su internet finché non avrei avuto le idee più chiare. <p></p><p><br />Ero sconvolta, ignorante, una bambina persa in un bosco e non avevo più nemmeno mia mamma a cui aggrapparmi (senza nulla togliere a mio marito, ma una madre è diversa).</p><p>Ora, a pochi giorni dalla radioterapia, sono agitatissima. Ora so a cosa vado incontro. Ora so dove leggere, dove cercare e chi ascoltare. Sono terrorizzata e non ho mia mamma e mia sorella è andata via. Forse, sapendolo prima, le avrei chiesto di venire per quella data. </p><p>E niente, devo farmi andar bene il ricordo dei suoi massaggi, delle sue cure quando era qui. E devo farmi forza per affrontare la radio. Spero di esserne all'altezza, di non deludere me stessa e il mio team di supporto, quello vicino e quello lontano.</p><p>GRAZIE!</p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-77888210122503151492023-11-28T16:44:00.002-06:002023-11-28T16:44:37.338-06:00Oggi gira male<p> Mia sorella è ripartita. Mi mancano le sue coccole, le sue premure. i suoi massaggi.</p><p>Oggi sono andata a fare il calco per le radiazioni, a prendere tutte le misure, a fare cinque puntini che useranno per non so cosa, e svariate foto. </p><p>Con tutto questo, dall'undici dicembre si comincia con la radioterapia. Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, per 21 giorni, esclusi Natale e Capodanno. Si finirà l'undici gennaio.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjHX5yvB3J9ntCZva9fFJHLuy0nYYj_Rzo2t1dVDcJ1EFCOcztK1slK-kIKkvFQoIhVpiuVlhQ88vjinjZtN85PrpZi5bEd7D2NpkSAkkOFDvgfwknS2PmjYe6VquEiq1DlyZ_LCmllbn14z3tnw6wAkoceuroOadrfElqo8MQ7hpvXIZ-Xb7m24Bgsk7lL" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="435" data-original-width="818" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjHX5yvB3J9ntCZva9fFJHLuy0nYYj_Rzo2t1dVDcJ1EFCOcztK1slK-kIKkvFQoIhVpiuVlhQ88vjinjZtN85PrpZi5bEd7D2NpkSAkkOFDvgfwknS2PmjYe6VquEiq1DlyZ_LCmllbn14z3tnw6wAkoceuroOadrfElqo8MQ7hpvXIZ-Xb7m24Bgsk7lL" width="320" /></a></div><br />E mentre ero lì, stesa immobile, con le braccia stese al di sopra della testa, un po' dolorante perché la cicatrice a destra ancora fa male, pensavo, e mi chiedevo che diavolo ci facevo lì; perché diavolo devo affrontare anche questo strazio. Farmi penetrare la pelle da delle fottute radiazioni. Mi ci mancava anche questa.<p></p><p>E ora sono davvero a terra e sono stufa di tutto questo. E penso che anche questo Natale farà il paio con quello passato.</p><p>Nella prossima vita voglio vivere lontana da fonti inquinanti, mangiando solo ciò che coltiverò e alleverò io. Andrò a correre ogni mattina, farò ginnastica quattro volte al giorno. Cercherò in ogni modo di vivere lontana da fonti cancerogene,</p><p>Non auguro a nessuno di vivere tutto questo, nemmeno alla persona più stronza del creato (e due o tre nomi li avrei). Nessuno merita di affrontare questo strazio. E' una merda davvero.</p><p>E per favore, non ditemi "Dai che dopo sarà finita" "Sei forte" "Hai affrontato di peggio". Non mi servono frasi fatte e incoraggiamenti da chi non ha mai affrontato le terapie contro il cancro. </p><p>Sì, sono forte. Sì, ho affrontato di peggio (oddio, questo potrò dirlo dopo). Dopo NON sarà finita e comunque la nuvoletta del terrore rimarrà sempre sulla mia testa.</p><p>Non potete capire cosa significa, cosa si prova ad avere sempre il terrore ad ogni minimo dolore del cazzo.</p><p>A questo punto spero solo che domani mi venga dato l'ok a tornare in piscina almeno per i prossimi 12 giorni.</p><p>Oggi gira così. </p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-9021587161935760072023-11-10T09:42:00.002-06:002023-11-10T09:42:17.579-06:00Un mese<p> Un mese senza tette.</p><p>Un mese dall'intervento. </p><p>E finalmente i dolori stanno notevolmente diminuendo, la sensibilità sta pian pianino tornando in molte zone, e di conseguenza il mio umore migliora.</p><p>Nel frattempo ho dovuto combattere un'infezione, e ora delle cospicue perdite di sangue. Tutto sotto controllo, ma una gran rottura di scatole.</p><p>Domenica mattina, da uno dei punti del "seno" destro ho cominciato a perdere sangue. Lunedì mattina ho subito chiamato lo studio del chirurgo e mi hanno dato appuntamento per quel pomeriggio. Nel frattempo si è aperto un altro punto. Da quel lato si era formato un grosso ematoma e il chirurgo aveva detto che se non si riassorbiva da solo, avrebbe dovuto intervenire chirurgicamente per pulire e mettere un drenaggio. </p><p>Durante la visita, lunedì, ha spremuto bene per far uscire un bel po' di sangue (nota: la settimana prima avevo già l'emoglobina a 7.7, posso immaginare dopo questa spremitura...). Mi ha lasciata dicendo che mi avrebbe rivista dopo due giorni per decidere se ci sarebbe stato da intervenire chirurgicamente. </p><p>Il mercoledì, dopo un'altra spremitura, ha detto che non c'è infezione quindi non c'è bisogno di tornare sotto i ferri. FIUUUUUU...</p><p>Comunque continuo a perdere sangue e a dover cambiare medicazione due volte al giorno.</p><p>Durante una delle nostre bellissime chiacchierate, l'altro giorno mia figlia mi ha chiesto se mi sono abituata a vedermi senza seno.</p><p>Chi mi conosce di persona sa che non avevo proprio un seno piccolo, quindi la differenza è notevole.</p><p>La risposta è sì. Mi guardo spesso allo specchio, dopo la doccia e ogni volta che devo cambiare le medicazioni. Non inorridisco. Forse perché so cosa c'è dietro a quell'assenza. So cosa ho passato per arrivare a questo punto. Anzi, è incredibile come, ora che si sta sgonfiando tutto, che le cicatrici stanno scomparendo e non c'è più l'ematoma, sembra quasi non ci sia mai stato nulla. Sembra "normale". Non mi spaventa quel "vuoto".</p><p>Ieri ho incontrato per la prima volta il radiologo, e mentre gli stringevo la mano gli ho detto "Piacere di conoscerla". E lui ha detto, "Be', viste le circostanze forse non è proprio un piacere". Gli ho spiegato che, visto il mio passato in realtà è davvero un piacere. </p><p>Non che muoia dalla voglia di fare le radiazioni. Anzi, sapendo quello che mi aspetta, proprio non ne ho alcuna voglia. Ma almeno ora ho quella possibilità. Ora POSSO sperarare in un futuro senza cancro, anche se sarà sempre nella mia testa.</p><p>E la bella notizia è che settimana prossima arriva mia sorella. Una delle due, ma meglio di niente.</p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-90549928010278125512023-11-03T09:49:00.000-05:002023-11-03T09:49:23.503-05:00Non devo avere fretta<p> Nella mia vita ho fatto diversi interventi chirurgici. </p><p>Due interventi agli occhi quando ero davvero piccola, ma credetemi, l'odore della maschera che mi hanno messo in faccia per addormentarmi è stato un mio incubo per svariati anni.</p><p>Appendicite. Due tagli cesarei, uno in anestesia generale, e l'isterectomia totale esattamente cinque anni fa.</p><p>La mia paura maggiore è sempre stata l'anestesia, per due motivi: 1. detesto non essere in controllo e sapere che se succede qualcosa durante l'anestesia io non sarei in grado di agire/reagire, mi manda fuori di testa; 2. il risveglio è spesso stato sgradevole con vomito.</p><p>Mai, prima d'ora avrei pensato che invece la cosa da temere di più sarebbe stato il decorso di guarigione post operatorio.</p><p>Mamma mia!</p><p>Con l'asportazione delle mammelle, asportano anche pezzi di muscoli ma, soprattutto, recidono delle terminazioni nervose. E queste sono quelle che causano un dolore pazzesco. Qualsiasi movimento delle braccia. o del busto, e anche respirare, è causa di grandi dolori. Un misto fra una forte scossa elettrica e una sensazione di gran bruciore su tutto il petto. </p><p>E questo decorso durerà mesi, non giorni, M E S I. Devo farmene una ragione, d'altra parte mia sorella ci convive da oltre trent'anni, cosa vuoi che siano mesi? </p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-80566700007546156402023-10-25T07:25:00.000-05:002023-10-25T07:25:05.220-05:00Lessico familiare<p> Per una volta scrivo un post che non ha nulla a che vedere col cancro!</p><p>Domenica c'era qui mio figlio e, metre io lavoravo all'uncinetto, lui e il padre guardavano una partita. Silenziosamente assistevo ai loro scambi di battute e mi divertivo ad immaginare una persona esterna alla nostra famiglia che cercava di capire quello che si dicevano. Già, perché la maggior parte delle espressioni che usavano fanno parte del nostro lessico familiare. Un lessico costruito nel corso degli anni, basato su viaggi, avventure, episodi familiari o scolastici. </p><p>Come succede in ogni famiglia.</p><p>Come è successo nella mia famiglia di origine.</p><p>Il lessico familiare crea la famiglia, la rende unica nel suo genere.</p><p>E mi chiedo che lessico costruiranno i miei figli coi loro partner. Sarà in inglese? In italiano? O un mix delle due lingue? Chissà.</p><p>Ma quanto è bello ogni tanto ricordare come sono nate certe espressioni?</p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-61064419072687575082023-10-22T18:08:00.003-05:002023-10-22T18:08:57.865-05:00Mirò e i miei sogni<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7nyKZ9Xiil0jnqZI4wShe6xIwJxhvxSYKuOhM3khXnH17ZLTyKQ8A5-SIO-9X3KJIM42DQUL5iP7SI5J-JeVIlt-Hev5-XPEs2rJfDIInqnDKAMHnenzqUGzG5rhaqTvpefaktD1Tkf_3OC5OWTAKKmfNBbIbYGozjsIhruKdwdi0LjoLa5TzMB9xyN4M/s1368/Mir%C3%B2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1368" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7nyKZ9Xiil0jnqZI4wShe6xIwJxhvxSYKuOhM3khXnH17ZLTyKQ8A5-SIO-9X3KJIM42DQUL5iP7SI5J-JeVIlt-Hev5-XPEs2rJfDIInqnDKAMHnenzqUGzG5rhaqTvpefaktD1Tkf_3OC5OWTAKKmfNBbIbYGozjsIhruKdwdi0LjoLa5TzMB9xyN4M/s320/Mir%C3%B2.jpg" width="320" /></a></div>Mirò mi è sempre piaciuto. Amo i colori, vivaci o pastello, purché siano colori. Guardare un'opera di Mirò per me è come guardare le nuvole in cielo, ognuno ci può vedere una forma diversa, ciò che più la fantasia ti ispira.<p></p><p>Mi guardo allo specchio mezza nuda e ci potrei immaginare un Mirò. Linee astratte, curve, punti rossi, onde colorate, gialle, viola, blu, verdi. E fra pochi giorni il quadro cambierà e ci saranno colori diversi, e poi ancora altri. Fin quando, un giorno, le linee si definiranno su un rosa scuro e non ci saranno più le curve colorate.</p><p>Non mi fanno paura. </p><p>Ci vedo forza, coraggio, tenacia, <b>amore folle per la vita</b>. Ci vedo l'amore per mio marito, per i miei figli. L'amore per un futuro di cui mi sono riappropriata con violenza. Ci vedo la paura, tanta, che mi ha accompagnata per i passati 18 mesi. Ci vedo dolore, sì, ma anche speranza, tanta, passione, tanta e gioia, tantissima. Senza quei segni i miei sogni non sarebbero possibili. </p><p>Non mi fanno paura.</p><p>Li indosso con orgoglio. Solo vorrei smettessero di farmi male in fretta.<br /> </p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-32325679494350596002023-10-16T11:08:00.007-05:002023-10-16T11:08:53.169-05:00Normalità<p> Più di un anno fa, in questo <a href="https://renata-resiliente.blogspot.com/2022/06/perdere-il-conto.html" target="_blank">post</a>, parlavo di normalità. Oggi questo discorso è venuto fuori di nuovo parlando col gruppo whatsapp.</p><p>Ma cos'è la normalità? Torneremo più alla "<b><i><u>normalità</u></i></b>"?</p><p>Be', se per vita normale si intende quella prima del cancro, non la rivoglio, grazie. Quella è la vita che mi ha portata al cancro, quindi ne faccio a meno.</p><p>La nuova me ora ha i capelli cortissimi e bianchi, ha perso un po' di chili e di questo ne gioisco (spero davvero di non riprenderli!). </p><p>La nuova me ha imparato un sacco di cose belle su se stessa, sulle persone che la circondano, e sul significato di felicità.</p><p>La nuova me a volte è un po' più rude, ma spesso è davvero necessario. Non posso proprio accettare alcune situazioni che prima fingevo di tollerare, mentre altre cose superficiali ho imparato a farmele scivolare addosso.</p><p>La nuova me ora è piatta e al posto del seno ha due enormi cicatrici, una orizzontale e una verticale. Cicatrici che "vesto" con orgoglio perché sono la dimostrazione di una guerra silenziosa che ho combattutto e che ancora combatto. </p><p>La nuova me accetta di non riuscire a pulire casa tutti i giorni (nemmeno tutte le settimane, ad essere sincera). Accetta di non riuscire più a passare ore a cucinare. Perché le energie che prima usavo per fare quelle cose e in più lavorare a tempo pieno, ora le uso per combattere la mia guerra silenziosa.</p><p>Mi guardo allo specchio e non cerco più la Renata di due anni fa, prima del cancro. Mi guardo allo specchio e <b>AMMIRO</b> la bellezza della guerriera che vedo. A pensarci, amo me stessa più ora con un corpo mutilato, che prima con un corpo "normale". E so che le persone che davvero mi amano, vedono quello che vedo io. </p><p>Se, quando mi incontrerete, cercherete la vecchia Renata, spiacente deludervi: è andata via!</p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-15809126252400194852023-10-14T07:04:00.000-05:002023-10-14T07:04:47.957-05:00Femminilità e Seno. O Seno e Femminilità.<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5HkZhg1AeUhxmzebq1DfOC7RCRcuJttW1_gaP2Wl4cCFOq4D9TPRj8b3Rh619a7TR9gbnzjnMvvOSq1DpQN0jNT97zTrfUzv9aPgpbgUR6xYeJP3MM6S4dDw-Dgd9WBin5TTQSkQYdsKdSk6csP48X8SNY9w92HRVOQXlAF4mcLiVEW0t_cj-NwA7oDNL/s640/mastectomy%20tattoo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="361" data-original-width="640" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5HkZhg1AeUhxmzebq1DfOC7RCRcuJttW1_gaP2Wl4cCFOq4D9TPRj8b3Rh619a7TR9gbnzjnMvvOSq1DpQN0jNT97zTrfUzv9aPgpbgUR6xYeJP3MM6S4dDw-Dgd9WBin5TTQSkQYdsKdSk6csP48X8SNY9w92HRVOQXlAF4mcLiVEW0t_cj-NwA7oDNL/s320/mastectomy%20tattoo.jpg" width="320" /></a>Chi mi conosce sa cosa penso dei tatuaggi e sa che li detesto. Questa però potrebbe essere una di quelle eccezioni che potrebbero farmi cambiare idea.<br /><br />Forse! Ma non è di questo che voglio parlare in questo post.</div><p>Nei giorni scorsi, alcune persone, sia di famiglia che esterne, mi hanno chiesto perché non ho optato per la ricostruzione. E poi mi hanno detto "<i>Be', potrai sempre scegliere di farla dopo</i>". Ma anche no!</p><p>Ho scelto di <u style="font-weight: bold;">non</u> fare la ricostruzione, ma prima di spiegare su cosa ho basato la <u style="font-weight: bold;">MIA</u> decisione, è importante fare un paio di precisazioni:</p><p><b>1. </b>Per DICIOTTO mesi, anche se mi dicevano che ero inoperabile perché si pensava fosse un cancro metastatico, mi sono sempre immaginata che un giorno mi sarei potuta fare l'operazione. Quindi per DICIOTTO mesi ho fatto riflessioni e ricerche per giungere alla decisione finale. Non è stata una decisione presa in quattro e quattr'otto, senza rifletterci.</p><p><b>2.</b> La scelta finale è solo <u style="font-weight: bold;">MIA</u>. Mio marito ha avuto voce in capitolo perché l'ho costretto a darmi la sua opinione ma anche lui concordava sul fatto che solo a me spettava la decisione finale.</p><p>Detto questo, la mia riflessione. </p><p>Quando si procede alla mastectomia, tutta la parte del petto, anche quella laterale, e, nel caso di rimozione dei linfonodi, anche parte del braccio, <b>perde completamente la sensibilità</b>. E me ne sto rendendo conto in questi giorni di cosa significa. </p><p>La mastectomia prevede la rimozione di tutto il seno, compreso il capezzolo. Il seno ricostruito è una sfera senza capezzolo e senza sensibilità. Quindi a cosa serve? Solo a riempire i vestiti? Ci sono modi meno invasivi per farlo. Ho 55 anni e da 26 anni sto con mio marito, siamo oltre l'attrazione fisica, siamo più attratti dalle nostre anime che dall'aspetto fisico.</p><p>Ho parlato con tante donne che hanno fatto la ricostruzione, sia in Italia che qui. La maggior parte di quelle che ho sentito se ne sono pentite. Alcune hanno proprio fatto l'intervento per rimuovere le protesi. Alcune hanno avuto seri problemi con i seni ricostruiti e hanno dovuto rimuoverli. Certo, tante donne invece sono contente della loro scelta e io forse ho voluto ascoltare di più la campana che interessava me. Ma il pensiero del rischio di sottopormi ad ulteriori interventi, con la paura fottuta che ho dell'anestesia generale, mi terrorizzava. Detesto perdere il controllo, non sapere cosa succede intorno a me. E' un terrore che ho sviluppato negli anni, forse diventando madre, non so.</p><p>Non è e non deve essere la presenza o meno di seno a rendermi più o meno donna. Sono prima di tutto una persona. Poi sono una madre, e questo fa di me una donna per definizione. Sono una moglie, una sorella, un'amica. </p><p>Una mia cara amica ieri mi ha mandato un post su instagram che mi ha stimolato questa riflessione. Il post riguarda la mastectomia e dice:</p><blockquote><p>Può una parte del corpo definirci? Può una cicatrice o una silhouette mutata togliere valore alla nostra persona? Può una operazione salvavita intaccare la nostra femminilità? </p><p><b>La risposta a tutte queste domande? Una sola... mai!</b> </p></blockquote><p>Sono d'accordo. La femminilità non proviene, o non dovrebbe provenire, dal nostro corpo, ma è dentro di noi. Non è, e non deve essere il seno, o la mancanza di seno, a definirmi o a rendermi più o meno donna. (Oltre al fatto che ci sono tanti modi meno invasivi per avere un seno!)</p><div>L'ultimo anello della mia riflessione, che in realtà forse è stato il primo, è l'eliminazione del cancro. Questo è quello che davvero conta. Le mie cicatrici sono per me il simbolo di DICIOTTO mesi d'inferno e meravigliosi allo stesso tempo. Non intendo cancellarli e non me ne vergogno. Anzi, sono un vanto di quello che ho affrontato in questi DICIOTTO mesi, della persona che sono diventata.</div><p>Non giudico, non mi permetterei mai, chi ha fatto la ricostruzione perché è una scelta personale, così come chiedo di non giudicare la mia scelta di non farla.</p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-8619466079183514662023-10-02T17:22:00.000-05:002023-10-02T17:22:30.227-05:00Tu chiamale se vuoi Emozioni<p> Quanto amo emozionarmi. Le emozioni sono il mio nutrimento e se sono emozioni belle, ancora meglio. </p><p>Essere nervosa per qualcosa, piangere, essere felice, essere tanto su di giri da non riuscire a dormire, essere spaventata, terrorizzata, sentirmi forte, sentirmi amata, sono tutte emozioni che mi fanno sentire viva. E sono tutte emozioni che ho provato in questi ultimi giorni.</p><p>Sono stata <b><u>nervosa </u></b>per l'incontro col chirurgo, fondamentalmente perché sapevo che sarei uscita dal suo studio con la data del mio intervento (10 Ottobre, per chi ancora non lo sapesse), ma anche perché non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Invece è rimasto positivamente colpito dalla risposta alla chemio. Sì, perché la chemio precedente, fatta fra aprile 2022 e febbraio 2023, non è stata così efficace e nel momento in cui l'ho interrotta, il mostro si è immediatamente svegliato e si è divulgato alla pelle. Invece quest'ultima, per quanto sia stata dura da sopportare, almeno ha fatto bene il suo lavoro annientando il mostro.</p><p>Dopo l'incontro ero talmente <u><b>su di giri</b></u> che, non importa quanto fossi stanca, le mie palpebre non volevano saperne di chiudersi! Una parte di me è <u><b>stra-felice</b></u> all'idea dell'intervento, ma una parte di me è <u><b>terrorizzata</b></u>. Sono passata da avere un cancro di 4° Stadio, considerato inoperabile, ad avere un cancro di 3° stadio, operabile. Bellissima notizia. Ma io sono terrorizzata dall'anestesia totale, detesto non essere in controllo, pensare che se succede qualcosa io non ne ho alcun controllo...</p><p>Venerdì mattina abbiamo avuto l'ultima sessione del programma LiveStrong® con la valutazione finale. Praticamente all'inizio del programma abbiamo fatto alcuni esercizi in cui abbiamo toccato i nostri limiti massimi, e per la valutazione abbiamo fatto gli stessi esercizi cercando di superare i limiti iniziali. Li abbiamo superati quasi tutti e io mi sentivo particolarmente in forma, mi sentivo <u><b>forte</b></u>, non tanto fisicamente, ma la mia testa era forte, concentrata e desiderosa di completare il mio lavoro.</p><p>Nel pomeriggio poi, sapendo che sabato avrei avuto i "bambini" a pranzo, ho preparato le lasagne, proprio come le faceva mia zia, con la sfoglia verde, e il ragu stra-buono. E ogni volta che faccio le lasagne penso a lei e il cuore mi si gonfia di meravigliosi ricordi.</p><p>Sabato c'è stata la cerimonia di chiusura del programma LiveStrong®.</p><p>I miei figli si sono presentati uno con un mazzo di fiori e l'altra con una tavoletta di cioccolata senza lattosio (da un anno ho sviluppato intolleranza al lattosio).</p><p>Alla cerimonia si sono presentate a sorpresa le mie colleghe (io lavoro nella stessa palestra) e la stessa istruttrice (che è anche la mia capa) con la maglietta rosa a supporto della consapevolezza del cancro al seno, e una maglietta anche per me. Mi sono sentita particolarmente <u style="font-weight: bold;">amata</u>. E' facile farsi amare dai figli, ma una solidarietà così dalle colleghe, non si trova facilmente.</p><p><a href="https://photos.app.goo.gl/jpyBpHikCzU7UQnu6" rel="nofollow" target="_blank">Video della consegna</a><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFeCrI_bUNGwrj7UL6_RnUdYT2aV36efNL1UXvLveETQo9NFDvgj3XN5_DKrgJtEE0qmrjkyab4YnRNGBsqAQhfoF7sOsKoTSmCLf69U8maobzDMbEWlA60HYqYia-sEUaFpJhyphenhyphenhAGrIblvZkifhrF3aacorO_eeS0A8bp9gscfITj2fHAc0vORZ7srItn/s4032/IMG_9771.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFeCrI_bUNGwrj7UL6_RnUdYT2aV36efNL1UXvLveETQo9NFDvgj3XN5_DKrgJtEE0qmrjkyab4YnRNGBsqAQhfoF7sOsKoTSmCLf69U8maobzDMbEWlA60HYqYia-sEUaFpJhyphenhyphenhAGrIblvZkifhrF3aacorO_eeS0A8bp9gscfITj2fHAc0vORZ7srItn/s320/IMG_9771.JPG" width="320" /></a></div><br /><p></p><p>Insomma, un weekend ricco di emozioni e tutte bellissime. </p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-65955991122825509372023-09-26T08:02:00.000-05:002023-09-26T08:02:06.438-05:00Il mal di stomaco<p> Non è facile spiegare quali sono i miei problemi di stomaco, ma ci provo, per dovere di cronaca.</p><p>Cominciamo dal mal di stomaco, che vorrei fare un rutto megagalattico e non mi riesce. Lo stomaco si gonfia e se sto seduta si schiaccia e fa ancora più male. Quindi sono costretta a stare sdraiata o semi-sdraiata per non schiacciarlo. E' un dolore che si calma mentre mangio, ma appena smetto di mangiare ricomincia. Dovrei mangiare in continuazione. Per soppravvivere al lavoro, mi porto dei pezzi di pane tostato, perché fresco non mi garba, e me li sbocconcello di tanto in tanto.</p><p>Poi c'è la nausea che non è proprio nausea, nel senso che fame ce l'ho e quando guardo video e foto di prelibatezze culinarie, mi lecco i baffi e vorrei mangiarmi di tutto. E infatti ci provo a preparare prelibatezze. Poi quando le metto in bocca, tutto ha un sapore orrendo, metallico, anche l'acqua mi fa schifo e fatico a bere. Addirittura mi dà fastidio deglutire la mia stessa saliva. </p><p>(<span style="font-size: x-small;">Per favore, non paragonate questa nausea a quella tipica delle gestanti. Io ho avuto le nausee in gravidanza, ma non ha davvero niente a che fare con quella</span>).</p><p>Guardo ricette che mi piacciono, mi viene fame, le metto in pratica e quel povero marito si trova a mangiare la stessa cosa riscaldata per tre giorni!</p><p>Le sole due cose che riesco a mangiare senza troppi problemi sono le patate e la pasta in bianco, con olio e parmigiano... a volte. </p><div>Anche la nausea si quieta quando mi sdraio. </div><div><br /></div><div>In tutto questo, facciamo una hola per il marito, che non solo sopporta i miei lamenti (diciamolo pure che spesso sono veri e propri pianti), che non si lamenta quando deve mangiare i miei avanzi, che spesso finisce di mangiare da solo perché io devo andare a sdraiarmi. Ma asseconda anche i miei capricci e quando arrivo a casa dal lavoro, sapendo delle mie nausee, mi fa trovare tutto pronto, devo solo scegliere.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixbYem49VmMVeTBGHyq_QuCe3DGM-VwRbk-rd3-4GjoCq3kcmOx_ybNPc2ngRKf7HqOAZ-hc0C4eARBPmb9buqpKllth7PRx2pYIDIgcM4w84uoqwFUOFPjgPU7FtJIlAPZpcuUXSyNu1q1CYGwqOllzf14N4VRdQHcRM0VyqYpdMn8qJNEgQy2Z9NnVK5/s4000/20230925_131417.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2250" data-original-width="4000" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixbYem49VmMVeTBGHyq_QuCe3DGM-VwRbk-rd3-4GjoCq3kcmOx_ybNPc2ngRKf7HqOAZ-hc0C4eARBPmb9buqpKllth7PRx2pYIDIgcM4w84uoqwFUOFPjgPU7FtJIlAPZpcuUXSyNu1q1CYGwqOllzf14N4VRdQHcRM0VyqYpdMn8qJNEgQy2Z9NnVK5/s320/20230925_131417.jpg" width="320" /></a></div><br /><div>Patate lesse, hummus, ricottina (che ho fatto io, senza lattosio) e rucolina (questa era troppo saporita e non l'ho mangiata).</div>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-39389707398357373822023-09-19T17:26:00.006-05:002023-09-19T17:26:46.472-05:00Il potere dell'esercizio fisico<p> Chi mi conosce lo sa, l'esercizio fisico non è mai stato proprio il mio chiodo fisso.</p><p>Sì, ho fatto tanto nuoto, ho giocato tanti anni a softball, ma non sono mai stata particolarmente brava e la pigrizia mi seguiva ovunque andavo. Senza contare l'amore per il buon cibo che mi impediva di ottenere buone performance in ambito sportivo.</p><p>Questo fino a qualche anno fa, il 2019 per l'esattezza, dopo l'intervento di isterectomia. </p><p>Ero arrivata ad un punto in cui non riuscivo nemmeno più a guardarmi allo specchio per quanto stavo ingrassando. Allora ho deciso che era ora di fare qualcosa e ho cominciato a sfruttare la palestra andandoci in principio tre volte a settimana, per poi arrivare ad andarci tutti i giorni. </p><p>Non stavo diventando un'acciughina, sia chiaro, ma almeno stavo trasformando un po' di quella ciccia in muscoli e mi faceva sentire meglio.</p><p>Quando, dopo la pandemia, hanno riaperto la piscina, ho pensato di riprendere la mia vecchia passione per il nuoto e l'ho trovato di enorme aiuto. Muovevo molti più muscoli in meno tempo, e avevo l'acqua ad attutire lo sforzo sulle articolazioni. E così ho cominciato ad andare in piscina tutti i giorni, ottenendo gradevoli risultati.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2BhXFjueSB82wczBQlXN9pPOUfXSfG9QzK_8QX7vuTg__uzfX11iKIoae6U1RIama7MjXiDiyJ0UAPlwW2LdqAUax20UFPaWl5twtlQvG3L2x_MiFF1nl2CiEitwGiX4tZY85-SEbT5JGxqJpMacqTL3bbu6gqwwUJN9WqNkFQBQKW8_lqL2bw2FKgtyB/s553/istockphoto-1173743014-170667a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="311" data-original-width="553" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2BhXFjueSB82wczBQlXN9pPOUfXSfG9QzK_8QX7vuTg__uzfX11iKIoae6U1RIama7MjXiDiyJ0UAPlwW2LdqAUax20UFPaWl5twtlQvG3L2x_MiFF1nl2CiEitwGiX4tZY85-SEbT5JGxqJpMacqTL3bbu6gqwwUJN9WqNkFQBQKW8_lqL2bw2FKgtyB/s320/istockphoto-1173743014-170667a.jpg" width="320" /></a></div><p>Anche quando è arrivato il mostro, non ho smesso di nuotare. Mai smesso. Non faccio più due ore, non riesco a fare un miglio intero, ma non importa. <b>IO NON MOLLO</b>.</p><p>Da Luglio sto alternando il nuoto con il programma di <a href="https://renata-resiliente.blogspot.com/2023/07/livestrong.html" target="_blank">LiveStrong®</a> di cui vi ho già parlato. Purtroppo siamo agli sgoccioli e il 30 Settembre avremo la cerimonia di chiusura del programma.</p><p>Durante la sessione di oggi, parlavamo proprio del potere dell'esercizio fisico <b style="text-decoration-line: underline;">soprattutto</b> quando il nostro corpo, <b>e la nostra mente</b>, vengono stravolti da una diagnosi come quella del cancro.</p><p>Non sono solo le terapie a metterci KO, ma anche il pensiero di avere un male che sta cercando di ucciderci. E la mente in questo caso fa gran parte del lavoro, in un senso o nell'altro. C'è chi si siede, si deprime e molla i remi in barca, aspettando. E chi invece si rimbocca le maniche e combatte finché ha fiato.</p><p>Quando ci viene comunicata la diagnosi di cancro, come qualsiasi malattia terminale o degenerativa, ci sentiamo improvvisamente fragili, sopraffatti. Il nostro corpo è debole e non è più in grado di fare il proprio mestiere. </p><p>L'attività fisica, lo sforzo fisico, ridà al nostro corpo, <b>e alla nostra mente</b>, il controllo, il potere, il comando. Se una settimana fa sollevavo 12lbs e oggi ne ho sollevati 25, sento di potercela fare, sento di avere nuovamente il controllo sul mio corpo. </p><p>Non può vincere il cancro, non posso permetterglielo. Io combatto. Io ci provo finché ho fiato e muscoli per farlo. </p><p>Vorrei davvero tanto che queste mie parole arrivassero a tutte quelle persone che invece di combattere, hanno tirato i remi in barca e si lasciano trasportare dalla corrente. </p><p>E' bello ogni tanto. Lo faccio: dopo una bella nuotata mi metto a morto in acqua e mi lascio andare. A volte scappa un pianto. Ma non è un'arresa, è solo un momento di riposo che mi serve dopo aver faticato. Allora sì, sediamoci pure comodi in poltrona, ma <b>dopo</b> la faticata.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwdyOiMjHn0uopOOr-g78-lUkjamzQDmuusI8y3JuVclXFWbjz6x7EGOd_hoOI6-fZmksq5ern0Ghgr3gjtpOahC4Z4fquHxc4jDAsjfkNi4sfvIQllnAt1eoRI6PWWtZLMl6rWXrmeR1tYvVqD5hFr-G3njIQ8qpUhHyHnagzWdI9x4dz-KiCLLdX-G5l/s700/relax-biotherm.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="700" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwdyOiMjHn0uopOOr-g78-lUkjamzQDmuusI8y3JuVclXFWbjz6x7EGOd_hoOI6-fZmksq5ern0Ghgr3gjtpOahC4Z4fquHxc4jDAsjfkNi4sfvIQllnAt1eoRI6PWWtZLMl6rWXrmeR1tYvVqD5hFr-G3njIQ8qpUhHyHnagzWdI9x4dz-KiCLLdX-G5l/s320/relax-biotherm.jpg" width="320" /></a></div>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-18990218229517089312023-09-16T08:35:00.003-05:002023-09-16T08:35:37.711-05:00Il Catarifrangente<p> Non è che non voglio festeggiare, non ci riesco, non ancora. Ho ancora tante cose a cui pensare e tante paure da affrontare. E devo ancora abbracciare i miei figli, i loro abbracci mi danno la vera forza.</p><p>Ci sono alcuni pensieri che mi viaggiano nella testa dovuti al fatto che nel corso di questi mesi sono entrata in contatto con tante donne, ovunque nel mondo, che hanno fatto l'intervento di mastectomia.</p><p>Tanta gente pensa che l'intervento di mastectomia sia una ricostruzione del seno.</p><p><b>SBAGLIATO!</b></p><p>Nell'intervento di mastectomia SCAVANO. Ti portano via buona parte del muscolo e se, come nel mio caso, ci sono anche i linfonodi coinvolti, scavano fin sotto l'ascella per togliere tutto. </p><p>E poi?</p><p>Eh, poi viene il bello. Non solo i dolori, ma la riabilitazione. E poi, togliendo i linfonodi, c'è il forte rischio di sviluppare il linfedema.</p><p>I linfonodi hanno il compito di filtrare il fluido linfatico intrappolando eventuali batteri e chiamando i linfociti (globuli bianchi della linfa) per combattere tali batteri prima che portino il virus nel resto del corpo.</p><p>Quando i linfonodi (in questo caso quelli ascellari) vengono asportati, il braccio tende a gonfiarsi perché viene a mancare, in parte o del tutto, il drenaggio della linfa. </p><p>Dipende da quanti e quali linfonodi vengono asportati. </p><p>Ho conosciuto donne che devono portare una fascia a compressione h24. Senza contare il rischio di infezioni, in particolare della pelle (e la mia è già parecchio delicata).</p><p>E poi devo pensare al tipo di intervento che voglio fare (un'idea abbastanza chiara me la sto facendo):</p><p>- ricostruzione si o no?<br />- doppia mastectomia o singola?</p><p>Queste sono decisioni che devo prendere io insieme a mio marito, ma soprattutto io. Ho chiesto opinioni A CHI L'HA FATTO, a chi ha fatto quello che vorrei fare io, per avere le idee un po' più chiare. Ma la decisione la devo prendere io e mi aspetto totale supporto da chi mi vuol bene, qualunque cosa io decida di fare.</p><p>E comunque, dopo l'operazione ci saranno ancora alcuni cicli di chemio (e non so quale tipo di chemio), seguiti quasi sicuramente da radio terapia. E poi la riabilitazione.</p><p>Insomma, non è finita e davanti a me ho ancora un percorso lungo e difficile. Vero, ora posso parlare di CURA mentre prima parlavo di MANTENIMENTO. Ma nessuno dice che la cura sia più facile del mantenimento, cambia solo la durata, a volte.</p><p>Non mi abbatto, datemi alcuni giorni per metabolizzare. Aspetto di parlare col chirurgo per capire il percorso che ho davanti, e poi ne saprò di più. Ma non chiedetemi di gioire. Non ditemi che "ora la chemio ha un sapore diverso" perché non è così. <u>La chemio è una merda e sempre lo sarà</u>. E come sempre mi causa nausea, mal di stomaco, stitichezza, sbalzi di umore, stanchezza infinita, dolori alle articolazioni, tremori, insonnia... chi più ne ha più ne metta.</p><p>Non voglio parole di incoraggiamento, voglio solo essere ascoltata ed abbracciata, per chi può.</p><p>Affronterò anche queste nuove cure con la forza e la grinta che mi contraddistinguono. Una persona mi ha definito un "<i>catarifrangente formato donna</i>" per come ho affrontato i lati negativi di tutta questa storia. E' il mio modo di affrontare le cose, cerco sempre il lato positivo. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSNKn8VjXRb7m8GMv33jodBbZzKfTi5SE1JQu-4_JZQSLMB2bPzAtEDtZvQBJ2BIs5JP88Tsfkc4LZoT41K36sNzmRTqP3hPC-CTN4uCsD1DzWHezj0kowrfDz_kUiIQHyRkExIYNtngXG28g_Dqk0xB4UN6VY9qu49nODP6HOiYYjHf6tNGujYP4uFGOD/s538/Screenshot%202023-09-16%20082147.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="507" data-original-width="538" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSNKn8VjXRb7m8GMv33jodBbZzKfTi5SE1JQu-4_JZQSLMB2bPzAtEDtZvQBJ2BIs5JP88Tsfkc4LZoT41K36sNzmRTqP3hPC-CTN4uCsD1DzWHezj0kowrfDz_kUiIQHyRkExIYNtngXG28g_Dqk0xB4UN6VY9qu49nODP6HOiYYjHf6tNGujYP4uFGOD/s320/Screenshot%202023-09-16%20082147.png" width="320" /></a></div><br /><p>E qual'è il lato positivo in tutto questo?</p><p><b>Ho scoperto la vera felicità</b>. Peccato aver dovuto guardare la morte dritta nelle palle degli occhi per scoprire la felicità.</p><p style="text-align: center;"><span style="color: red;"><b>BARCOLLO MA NON MOLLO</b></span></p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-56863012663523535622023-09-15T08:03:00.004-05:002023-09-15T08:03:35.632-05:00Cinquecentoventinove giorni<p> Per i passati 529 giorni nella mia testa ho dato vita a 529 diversi film.</p><p>Quando ti dicono "Hai un male terminale", ne passano di cose per la testa. Ogni notte, e spesso anche di giorno, soprattutto ultimamente con la nuova terapia, ho immaginato la mia morte. </p><p>Chiunque abbia un male terminale, a meno che non sia in totale diniego, pensa alla propria morte, o meglio, alle persone che lasciamo. E ultimamente ho avuto dei giorni, due per essere precisi, in cui stavo talmente male che pensavo fosse arrivato quel momento.</p><div><p>Una mattina di alcuni mesi fa, la ricordo bene, mi è venuta la malsana idea di <i>gugolare</i> "cancro al seno metastatico aspettative di vita". <b>Sì, lo so che sono statistiche del casso, che ci sono tante variabili in gioco, prima fra tutte il singolo individuo e la testa che ci mette</b>. Ma ho voluto farlo e la prima risposta è stata...</p><p><b>UN ANNO E MEZZO</b></p><p>Che ansia mi è presa. Ho chiuso e mi sono messa a navigare su Instagram. Ma non l'ho mai dimenticato. Quell'informazione, nonostante tutte le variabili, è rimasta lì, in un angolo del mio cervello. Il bello è che dimentico cose che mi sono state dette ieri, ma quello non l'ho dimenticato. Un anno e mezzo sarebbe fra 20 giorni... i primi di Ottobre... </p><p>Ma in generale, a parte quelle due volte citate sopra, mai mi sono sentita come una malata terminale. E mai ho voluto sentirmi tale. Anche quando stavo talmente male, stesa sul letto senza la forza di alzarmi, pensavo a tutte le cose belle che potevo fare anziché starmene lì a patire. Ma proprio non ci sarei riuscita.</p><p>Non ho mai smesso di nuotare. Ho rallentato per mancanza di forze, ma anche se solo per sguazzare in acqua, ci sono andata. L'acqua è una meraviglia, è terapeutica e la consiglio a tutti. <br />Sono entrata nel programma <a href="https://renata-resiliente.blogspot.com/2023/07/livestrong.html" target="_blank">LiveStrong®</a> per pazienti oncologici con un'intensa attività fisica che ci aiuta a riprendere possesso del nostro equilibrio e dei nostri muscoli deteriorati dalle chemio.</p><p>Non mi sono mai persa d'animo. Non c'è nel mio DNA il concetto del "perdersi d'animo".</p><p>Proprio ieri una delle signore che incontro al circolo dell'uncinetto, mi ha chiesto come faccio ad essere sempre così di buon umore e grintosa con tutto quello che sto passando. Le ho detto che innanzitutto <b>amo troppo la vita per perdermi d'animo e passare il resto dei miei giorni a piangermi addosso</b>, e poi, diciamolo, <b>ho un marito e due </b><b>figli </b><b>(più due) talmente meravigliosi che chiunque lotterebbe con ogni cellula del corpo per restare in vita.</b> Senza contare la speranza, un giorno, <u>senza fretta</u>, di diventare nonna.</p><p>E quando ieri, parlando con l'oncologo degli esiti della PET, mi sono sentita dire che vedendo le mie condizioni iniziali e la grandezza e l'aggressività del mio cancro, non mi dava molte speranze, ho capito che ho una forza e una voglia di vivere che nessuno si aspetta che io abbia.</p><p><span style="color: red;"><b>Non sapeva con chi aveva a che fare!</b></span></p><p>Ma ora voglio vivere il presente. Non voglio rimpiangere i passati 529 giorni. Qualcuno dice che ho "sprecato" quei 529 giorni. Invece no. Non ho sprecato un singolo giorno di quei 529, ed ho scoperto tantissime cose belle di me e delle persone che ho accanto. Ho conosciuto persone meravigliose, ho scoperto persone che non valgono il mio tempo, ho scoperto la gioia di vivere, ho scoperto quali sono, <b>per me</b>, i veri valori e cos'è, <b>per me</b>, la felicità. E continuerò a vivere godendo di quegli attimi di felicità immensa che Dio mi pone innanzi.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8d9TMtPY12AXwEmFMScF7fGl_1-7VNcLiY8DpPPaDTtAqb52Fp9-aZwLvLsnrml3LgwPqjhyPOZKb9psfFs03LsAGip05RU0l9FgpPCi7Mp6TE7NNodWaRw9D8hTj-Gfg777d43BQEVV9adRfzYccy1RXfQAwMRVaK_V89uAYLxKXlAq6NZNOgjbtjmfk/s1024/CIMG0274small.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8d9TMtPY12AXwEmFMScF7fGl_1-7VNcLiY8DpPPaDTtAqb52Fp9-aZwLvLsnrml3LgwPqjhyPOZKb9psfFs03LsAGip05RU0l9FgpPCi7Mp6TE7NNodWaRw9D8hTj-Gfg777d43BQEVV9adRfzYccy1RXfQAwMRVaK_V89uAYLxKXlAq6NZNOgjbtjmfk/s320/CIMG0274small.jpg" width="320" /></a></div><br /><p>La vità è meravigliosa, ogni giorno!</p><p>Come canta Branduardi:</p><blockquote><p>No, non perdiamolo il tempo ragazzi <br />Non è poi tanto quanto pensate<br />Dopo l'inverno arriva l'estate<br />E di domani nessuno lo sa.<br />Camminano le ore<br />Non si fermano i minuti<br />Se ne va<br />è la vita che se va<br />Se ne va<br />Dura solo il tempo di un gioco<br />Se ne va<br />Non sprecatela in sogni da poco<br />Se ne va<br />Di domani nessuno lo sa.<br />Non si fermano i minuti<br />Dopo domenica è lunedì.</p></blockquote><p> </p></div><div><br /></div>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-91520971937016535092023-09-14T16:56:00.004-05:002023-09-14T16:56:33.508-05:00Salterei di gioia, se ne avessi le forze.<p> Immagino che la maggior parte delle persone che leggono questo blog siano persone che mi conoscono e che leggono anche i miei post su Instagram, quindi sapete già la bella notizia. Ma nel caso ci fosse qualcuno di passaggio che non sa niente, racconto brevemente cos'è successo.</p><p>E' stato durante il <a href="https://renata-resiliente.blogspot.com/2022/04/primo-incontro-con-loncologo.html" target="_blank">primo incontro con l'oncologo</a>, ad aprile del 2022, che per la prima volta ho capito che avevo le metastasi. Ma soltanto diversi mesi dopo l'ho davvero accettato. Accettarlo significa che ho innanzitutto compilato quel maledetto modulo con i "living will", le proprie volontà e la nomina di una persona autorizzata a decidere per me nel caso io non fossi in grado di intendere e di volere. Un modulo che, ho scoperto, in caso di cancro al IV stadio è obbligatorio in questo stato. Senza quel modulo, sarebbe una corte a decidere per me, non mio marito o i miei discendenti. Non è stato facile compilarlo ma una volta fatto mi sono sentita sollevata.</p><p>A quel punto ho anche cominciato a scrivere dei diari da lasciare ai miei figli. Avrei tanto voluto che mia madre mi avesse lasciato qualche lettera, e ho pensato che magari un giorno i miei figli avrebbero piacere a leggere parole dedicate a loro. Magari no. E magari non subito, fra 50 anni. Chissà?</p><p>Di recente, in seguito all'ennesima TAC che mostrava diminuzione della massa al seno, ma ancora una volta nessun cambiamento delle lesioni al fegato, il dottore che ha analizzato la TAC ha parlato di possibile <u style="font-weight: bold;">emangioma</u> </p><blockquote><p>Tumore per lo più congenito e <u><b>benigno </b></u>della pelle, o di altri organi e tessuti (milza, fegato, muscoli), caratterizzato da una proliferazione circoscritta di vasi: e. semplice o e. plessiforme, formato da larghi capillari serpiginosi, che si presenta sulla pelle sotto forma di macchie sanguigne, color feccia di vino, in pratica le voglie che tutti conosciamo. Ma soprattutto sono <b>BENIGNE</b>!</p></blockquote><p>A questo punto l'oncologo ha richiesto nuovamente la PET. L'aveva richiesta già all'inizio ma l'assicurazione non ha dato l'approvazione. La nuova assicurazione invece ha approvato e alla luce dei nuovi esami è stato confermato che le lesioni sono infatti EMANGIOMI. Ci sono altre lesioni piccolissime, meno di 1cm, che non si sa con sicurezza se sono anche quelli emangiomi, ma li terremo monitorati e vedremo. Per ora gioisco.</p><p>E soprattutto, adesso posso pensare all'intervento di mastectomia che potrebbe avvenire presto. E ora mi fotto di paura!</p><p>Salterei di gioia, ma oggi ho fatto la chemio e non ne ho la forza 😅😂</p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-47707086741072976002023-08-29T08:09:00.002-05:002023-08-29T08:49:27.870-05:00La Teoria dei Cucchiai - AGGIORNAMENTO<p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgz46zMlNB2OB5hnxjKkutUtBhkrhSTJIdbfxQfl8K4NgcLB0ypx4JrJ9-H6PULTXl5Xp8EamLkddOKGSLTp3txBN75k_NjX7PgedpO-FK77v8GbCUYZ7UF6ve2jdt8opeDVd-S14bEGj1sFMzIsI9WX9zD0JibzAu6j9CZOApC6FxHWGZEoJMUUHlkKI5H" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="488" data-original-width="847" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgz46zMlNB2OB5hnxjKkutUtBhkrhSTJIdbfxQfl8K4NgcLB0ypx4JrJ9-H6PULTXl5Xp8EamLkddOKGSLTp3txBN75k_NjX7PgedpO-FK77v8GbCUYZ7UF6ve2jdt8opeDVd-S14bEGj1sFMzIsI9WX9zD0JibzAu6j9CZOApC6FxHWGZEoJMUUHlkKI5H" width="320" /></a></div><br /> Chiacchierando con una collega, una di quelle persone con cui davvero parlo e non solo di fuffa, sono venuta a conoscenza della <u style="font-weight: bold;">Teoria dei Cucchiai</u> (The Spoons Theory). Non ne avevo mai sentito parlare e mi sono messa a leggere un po' di cosa si tratta.<p></p><p>Una blogger, <i>Christine Miserandino</i>, alla domanda che le sue amiche le hanno fatto, "Cosa significa affrontare una malattia cronica?", si è trovata in difficoltà. Allora ha provato con l'esempio dei cucchiai. </p><p><b>Di cosa si tratta? </b>Possono essere cucchiai come qualsiasi altro oggetto che vi viene facile visualizzare. Lo riassumo per non dilungarmi troppo nella teoria, se volete potete approfondire in rete.</p><p>Ad ogni attività giornaliera viene assegnato un numero di cucchiai, in base alle proprie abilità e forze (qualcosa che a me richiede 1 cucchiaio, ad un'altra persona potrebbe richiederne 3 e viceversa). Ogni giorno si fa l'elenco di quello che abbiamo da fare e si contano quanti cucchiai abbiamo a disposizione e se per una certa attività ne abbiamo usati più del previsto, dobbiamo imparare ad escludere qualcosa. Ogni cucchiaio che usiamo ci porta via energia indispensabile per arrivare a fine giornata. E le attività sono non solo fisiche, ma spesso dobbiamo includere anche attività che richiedono energia emotiva.</p><p>Leggere, ad esempio, che sembra un'attività di tutto relax, a me richiede uno sforzo maggiore di quello che mi richiedeva un anno e mezzo fa. E spesso anche solo tirarmi su dal letto mi richiede uno sforzo di 6 cucchiai, e questi non li riesco a prevedere in anticipo, quindi dovrò toglierli a qualcosa che per quel giorno non è necessario.</p><p>Provo con le mie attività:</p><p>Prendere (ricordarsi di prendere) le medicine ogni giorno: 1 cucchiaio </p><p>Lavarmi e vestirmi: 3 cucchiai</p><p>Fare la spesa: 4 cucchiai</p><p>Guardare la tv: non mi richiede cucchiai</p><p>Leggere o studiare: 3 cucchiai</p><p>Fare lavori in casa quotidiani (fare il letto, pulire i bagni, sistemare la cucina): 4 o 5 cucchiai</p><p>Cucinare per me e mio marito: 2 cucchiai</p><p>Cucinare per tutti: 5 cucchiai</p><p>Nuotare e fare palestra: 6 cucchiai</p><p>Lavorare: 3 cucchiai</p><p>Vedermi con le amiche: 3 cucchiai</p><p>Andare il mercoledì pomeriggio all'incontro dell'uncinetto: 3 cucchiai</p><p>Affrontare le terapie: 6 cucchiai</p><p>Lo stress emotivo delle visite mediche: 8 cucchiai</p><p><b>Avere i miei figli intorno: 4 cucchiai, -10 cucchiai per la gioia di averli con me</b>!</p><p><br /></p><p>Ecco allora che, per una giornata come oggi avrò a disposizione <b>15 cucchiai</b>:</p><p>1 per le medicine</p><p>6 per la palestra</p><p>3 per lavarmi e vestirmi</p><p>3 per vedermi con le amiche</p><p>2 per preparare la cena stasera</p><p><br /></p><p>Lo sforzo è anche quello di <u style="font-weight: bold;">non superare il numero di cucchiai che ci siamo assegnati per la giornata</u>, perché se io oggi dovessi usare 17 cucchiai anziché i 15 previsti, domani mi ritroverei spossata e dovrei togliere un paio di cucchiai a qualche altra attività.</p><p>Ora mi impegno a prepararmi una tabellina <i>ad hoc</i> con i cucchiai. Vi terrò aggiornati.</p><p>E voi quanti cucchiai usate oggi?</p><p>Devo aggiungere una spiegazione: alcune attività mi richiedono, ad esempio, di guidare (e mi richiede energia sia fisica che di concentrazione, anche considerando che spesso la chemio mi causa sfocamenti della vista e i tremori), e anche tenere la concentrazione in una conversazione, soprattutto se si svolge con anglofoni, richiede ancora un notevole sforzo. Attività come l'incontro del mercoledì pomeriggio dell'uncinetto, considerate che la svolgo dopo aver nuotato almeno 1 ora, aver lavorato 4, devo guidare per andarci e il ritorno a casa è alle 3 del pomeriggio, orario in cui di solito sono a letto a dormire.<br /></p><p>Ecco, sono tanti i fattori da tenere in conto nell'assegnazione dei cucchiai. Scusate se non sono stata chiara.</p><p><br /></p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-46911343775007849012023-08-22T09:57:00.002-05:002023-08-22T09:57:13.446-05:00Ieri, oggi, domani<p>Nel corso della sessione di scrittura creativa di settimana scorsa, ci è stato chiesto di descrivere chi eravamo, chi siamo, e chi saremo.</p><p><b>CHI ERO</b></p><p>Ero una madre molto attiva e presente nella vita dei miei figli. Non opprimente, ma presente. Partecipavo nelle loro scuole, sia in Italia che qui, non negavo loro quasi mai un play-date, come lo chiamano qui, mi portavo quasi sempre qualche loro amichetto a casa per farli giocare insieme. Per quel motivo ho sempre voluto case con un ampio spazio. </p><p>Ero terrorizzata dalla perdita di tempo. Il tempo andava vissuto appieno, mai sprecato e dormire era uno spreco, una dimostrazione di pigrizia. </p><p>Avevo sempre il terrore del giudizio altrui, in particolare di quello di mia madre. Sentivo di dover sempre dimostrare qualcosa. E non mi sono mai sentita "abbastanza".</p><p><b><br /></b></p><p><b>CHI SONO</b></p><p>Sinceramente non lo so bene chi sono. Sono una madre che adora i propri figli, una moglie che adora il proprio marito. Sono una donna con una malattia fetente che non mi dà tregua, che non mi lascia la possibilità di dimenticarmene. Mi dicono di vivere la mia vita senza lasciarmi governare dalla malattia. Già, fosse facile.</p><p>Sono una persona con una voglia di vivere che va oltre ogni misura. A volte ne sento così tanta da sentirmi quasi soffocare. Mi immagino come una mongolfiera gigante che copre il cielo, tanta è la voglia di vivere. Vorrei quasi contagiare chi mi sta intorno.</p><p>Sono una persona con tanta voglia di fare un sacco di cose, ma non ho l'energia per farle e vorrei che qualcuno mi aiutasse a mettere in opera i progetti che ho in testa. Ma devo farli da sola.</p><p>E, in tutto questo, devo metterci tante ore di riposo che mi servono per dar modo al mio corpo di recuperare le tante energie utilizzate per combattere la malattia fetente.</p><p>Sto imparando a dare importanza alle cose che mi fanno star bene e a farmi scivolare via le cose che non mi danno benessere.</p><p>E ogni volta che mi guardo nello specchio, sono fiera di ciò che vedo. Non ho paura delle mie rughe, della testa quasi pelata, dei pochi capelli bianchi o delle sopracciglia rade, perché sono i segni di una guerriera. </p><p><br /></p><p><b>CHI SARO'</b></p><p>Eh... </p><p>Non lo so. Proprio non riesco a vedere il mio futuro. Mi pare che il mio presente, ora, sarà anche il mio futuro. Di certo so che continuerò a combattere. Sarò sempre una guerriera. Sarò sempre orgogliosa della mia forza. Sarò sempre una madre orgogliosa dei propri figli. E mi circonderò sempre di cose belle.</p><p>Che altro? Fin dove mi è permesso immaginare il mio futuro?</p><p>Imparerò a chiedere aiuto?</p><p>Permetterò a me stessa di tornare a sognare?</p><p>Vedremo. </p>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-508925630716999800.post-82339622019269092712023-07-19T08:20:00.000-05:002023-07-19T08:20:05.209-05:00Pile ricaricate. Si riparte.<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinXMzjYYhdkyP2q5ERRc0d7yYgpkLTmxkP7o89ZCWXRoVhskNS8of7UIKau_Pk8UDKLIIgPZm_xjLgC-_w5IFzDYvuFdUCABek0SSP_gjs-M1U4YLZKoklvqkEgzjA1eouQRrub9dzbTm5HTDGeQKgmZ-4vxCgAk55NVfaY4RTAvvxlmfmhBLahULAnS4h/s600/testa%20piena.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="469" data-original-width="600" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinXMzjYYhdkyP2q5ERRc0d7yYgpkLTmxkP7o89ZCWXRoVhskNS8of7UIKau_Pk8UDKLIIgPZm_xjLgC-_w5IFzDYvuFdUCABek0SSP_gjs-M1U4YLZKoklvqkEgzjA1eouQRrub9dzbTm5HTDGeQKgmZ-4vxCgAk55NVfaY4RTAvvxlmfmhBLahULAnS4h/s320/testa%20piena.jpg" width="320" /></a></div>Tanti anni fa, forse era alle elementari, mia figlia fece questo disegno. Mi è sempre piaciuto molto per il significato che gli ho dato, e ora mi casca proprio a fagiuolo, perché ho tante cose, tante idee e tanti pensieri nella testa.<p></p><p>Ma andiamo con ordine. Be', ci provo dai!</p><p>Vi avevo lasciati ai postumi della terribile chemio e ieri sera, cercando di dormire, sono giunta ad alcuni pensieri. Saranno forse un po' disordinati, ma li metto giù come vengono</p><p>Immagino una galleria, lunga buia, stretta, e anche maleodorante di gas di scarico stagnanti. </p><p>E' come mi sentivo in quei giorni, stesa a letto, senza le forze per fare altro, anche pensare mi costava fatica. E la cosa che più mi angustiava era <b><span style="color: red;">IL TEMPO</span></b>. Quel maledetto tempo! Diamo per scontato di averne tanto davanti, ma in realtà non sappiamo quanto ne abbiamo, e io, come tutti quelli come me che ogni giorno camminano mano nella mano con un "terminal disease" (che parola orribile e ringrazio il mio oncologo per non averla MAI usata in mia presenza!), di tempo so di non averne tanto quanto vorrei.</p><p>E allora "sprecarlo" stando a letto, dormendo, rimuginando, quando avrei tante cose da fare <i>prima</i> che sia troppo tardi, prima di non avere più le forze... è una gran seccatura. Mi fa sentire inutile. A che serve stare a letto?</p><p>MA.</p><p>Ma, come diceva ieri la mia Life Coach, il mio corpo aveva bisogno di riposo. Doveva fermarsi per ricaricarsi. E quello era l'unico modo che il mio corpo aveva per dirmi: <b><i>ALT! FERMATI CHE DEVO CARICARE LE PILE</i></b></p><p>Ed eccomi qui, all'aria aperta, la galleria ancora ben visibile alle mie spalle, ma ora respiro e vedo la luce. E mi sono ricaricata... un pochino. Non esageriamo!</p><p>E cosa succede ora?</p><p>Succede che l'ultima chemio fatta Giovedì scorso è stata molto meno bastarda della precedente. Sì, sono molto fiacca, sono stitica, ho nausee ma lievi, qualche tremore agli arti soprattutto alla mattina. Ma ehi, nulla in confronto a quella precedente: sono fuori dal letto, parlo, guido, cucino, mangio (eh...). </p><p>Voglio pensare che sia la forza che mi arriva dalle persone che mi amano e che stanno "pregando" per me. Lasciatemi usare questo termine, <i style="background-color: #01ffff;">pregare</i>. So che molti dei miei lettori non ci credono, ma io sì e tanto. Credo in Dio, credo nella forza della preghiera. Chiamatela come vi pare, io la chiamo preghiera. Sul mio credo farò un post separato perché richiede uno spazio suo.</p><p>E sicuramente è anche la mia forza interiore. </p><p>E con questa carica nuova, che mi fa ben sperare per il futuro delle mie cure, sto affrontando nuovi stimoli. </p><p style="text-align: left;">Il programma LiveStrong, di cui ho parlato nel <a href="https://renata-resiliente.blogspot.com/2023/07/livestrong.html" target="_blank">post precedente</a>, lo sto affrontando con una grinta che non pensavo di avere. Ieri ero super eccitata. Sì, dopo sono distrutta e mi devo buttare sul letto, ma è ho una grinta interiore, non solo quella fisica, quella che arriva dalla mia anima e... <b><span style="color: red;">DALLA MIA INCREDIBILE VOGLIA DI VIVERE!</span></b></p><div class="separator" style="clear: both;"><p>Nuove idee di lavori all'uncinetto. </p><p>Ricordo che un giorno, quando ero incinta del mio primo figlio, chiesi a mia madre di insegnarmi a lavorare all'uncinetto. Dopo un paio d'ore, disperata, mi disse di continuare a cucinare che ero più brava lì! Recentemente, visto che le forze per stare in piedi a cucinare mi mancano, ho voluto provare con l'aiuto di YouTube, a fare qualcosa con un uncinetto e del filo che avevo in casa. E ho scoperto che non è così complicato. Forse quello non era il momento giusto. Ora lo è e mi sta piacendo un sacco. </p><p>E ieri, con un'energia che non mi aspettavo, ho anche chiuso le sedute di life coaching. Sono stati nove incontri bellissimi. Sono iniziati con titubanza, anche perché non avevo mai fatto nulla di simile e non sapevo né cosa aspettarmi, né cosa ci si aspettasse da me. Io qui, lei in Italia, attraverso uno schermo passavamo un'ora a chiacchierare. A volte ho pianto, a volte ho riso, a volte ho parlato di cose intime, altre di frivolezze. Ma, a mano a mano che andavamo avanti, i miei nodi interiori si scioglievano, le spalle si rilassavano, e il mio respiro riusciva a passare la barriera del diaframma e ad entrare nello stomaco, rilassando il corpo intero. Credo che a settembre riprenderò perché ho trovato tanto beneficio. </p><p>Non ci si rende conto di quanto bene faccia PARLARE con qualcuno finché non lo facciamo. Io scrivo tanto sul mio diario, ma quando abbiamo un interlocutore che ci ascolta, che ci fa quella domanda messa lì, nel momento giusto, domanda che magari lì per lì è scomoda, ma quello è il momento in cui riusciamo davvero a liberarci.</p><p>Amo le persone che mi fanno le domande vere, profonde. Non un semplice "come stai oggi?", ma quella domanda di chi <u>davvero</u> vuole sapere qualcosa di più dei miei dolori alle ossa e delle mie nausee.</p><p>E con questa carica oggi vedo anche la mia splendida giovane donna. Mia figlia che davanti ai miei occhi sta diventando una Donna, splendida fuori, ma soprattutto dentro. Matura, intelligente, simpatica, amorevole. Sono così orgogliosa di lei, e di noi come genitori che le abbiamo dato gli strumenti giusti.</p><p>Con questa carica intendo affrontare il futuro che mi resta. A volte, lo so, avrò altri momenti in cui entrerò in galleria, e allora spero di saper accettare il bisogno del mio corpo di riposarsi senza sentirmi sopraffatta dal senso di inutilità.</p><p>E con la stessa grinta, mi guardo allo specchio. </p><p>In questi mesi ho letto e sentito tante testimonianze di donne con un cancro che odiano guardarsi allo specchio. Donne che hanno perso i capelli, le ciglia e le sopracciglia, donne che hanno subito mastectomia e hanno il corpo ricoperto di cicatrici. Donne invecchiate, donne che non si ritrovano in quell'immagine davanti ai loro occhi. </p><p>Non è così per me. Assurdo, ma ad essere sincera credo che l'immagine che mi restituisce lo specchio non mi sia mai piaciuta tanto come ora. Non mi importa se non ho capelli o se perdo le sopracciglia (fortuna ho ancora il mio seno). E' che io vedo al di là dell'immagine. Io in quelle rughe (acc quante ne stanno venendo fuori!), in quella testa pelata e in quelle scarse sopracciglia vedo una Donna, una madre, una moglie, una guerriera che con tutte le sue forze, combatterà fino alla fine. Voglio che i miei figli possano un giorno dire orgogliosi: </p><p><span style="color: red;"><b>MIA MADRE E' STATA UNA GUERRIERA!</b></span> </p><p> </p></div><div class="separator" style="clear: both;">
</div>Renatahttp://www.blogger.com/profile/17953311458227979544noreply@blogger.com2